Giornata dell’accessibilità, tecnologie più inclusive e regole per l’AI

Cade oggi, 18 maggio 2023, il dodicesimo Global Accessibility Awareness Day. La Giornata mondiale dell’accessibilità!

Istituito nel 2012 per volontà di Joe Devon e Jennison Asuncion, il GAAD si celebra ogni anno il terzo giovedì di maggio e si pone l’obiettivo di sensibilizzare chi si occupa di tecnologie digitali sul tema dell’accessibilità e dell’inclusività.

Un’iniziativa ribadita anche quest’anno, prendendo in analisi le nuove tecnologie e ponendo l’accento su un loro utilizzo consapevole.

Tecnologie sempre più inclusive

Creata lo scorso anno, la GAAD Foundation considera l’accessibilità come un requisito fondamentale della tecnologia e del mondo digitale, visto che oltre un miliardo di persone nel Mondo è costretto a vivere con disabilità di vario genere, come indicato dall’associazione stessa.

Un dato che dimostra quanto sia importante lavorare affinché le tecnologie possano risultare sempre più inclusive ogni giorno, come sottolineato anche dalla Ministra alle Disabilità, Alessandra Locatelli, in un post pubblicato sui social:

“Il GAAD è una ricorrenza annuale nata per sensibilizzare chi si occupa di sistemi digitali sul tema dell’accessibilità e della disabilità. Il confronto con le persone con disabilità è fondamentale per migliorare la qualità della vita delle persone e supportare l’accesso e l’utilizzo delle tecnologie digitali nella vita quotidiana di tutti. Lo sviluppo di nuove tecnologie favorisce l’inclusione offrendo maggiori opportunità di comunicare, lavorare e partecipare alla vita sociale. Le tecnologie sono avanzate velocemente nel corso del tempo ed è sempre importante sostenere ricerca e sviluppo per l’accessibilità, e anche rendere sempre più disponibile, capillare e possibile l’utilizzo delle tecnologie inclusive su tutto il nostro territorio”.

Ragazzo utilizza un visore
Foto | Pexels @SHVETSproduction

Aziende tecnologiche virtuose

Sono diverse le aziende in Italia e nel Mondo che negli ultimi anni hanno lavorato incessantemente per favorire l’inclusione di tutte quelle persone costrette a convivere con una disabilità, di ogni genere.

Un esempio è quello fornito dal noto marchio Apple, il quale nelle scorse ore ha svelato alcune novità che permetteranno ai propri utenti di ricreare la propria voce attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e utilizzarla in caso di problemi di comunicazione nelle app per smartphone e tablet.

Altro esempio è quello di Samsung, azienda che si è, invece, concentrata sulla parte di ascolto, aggiornando le proprie app con dei nuovi auricolari (i Galaxy Buds2 Pro) capaci di offrire nuovi livelli di personalizzazione del suono.

Una novità sicuramente molto utile per tutti i 466 milioni di persone (dati OMS) che soffrono di una riduzione dell’udito nel Mondo.

Giusto ricordare poi anche il lavoro portato avanti negli anni da Google, compagnia che da tempo segnala sulla propria app di mappe i luoghi accessibili a chi è costretto a spostarsi su una sedia a rotelle.

Mano umana e mano robotica, fusione uomo e intelligenza artificiale
Foto | Pexels @cottonbrostudio

Gli italiani vogliono regole chiare per l’intelligenza artificiale

Tornando sul tema dell’intelligenza artificiale, un recente sondaggio condotto da YouTrend per la Fondazione Pensiero Solido ha rilevato che il 59% degli italiani vuole che l’AI sia regolamentata.

Il 54% della popolazione non si sente preparata sul tema legato all’intelligenza artificiale, entrato ormai nella quotidianità anche nel nostro Paese.

Per questo, quasi quasi due italiani pensano che la politica e lo Stato debbano intervenire il più possibile sull’uso dell’AI, creando leggi utili a regolamentare tale tecnologia e, nel caso, anche a vietarne l’utilizzo.

Il 51% dei cittadini teme, infatti, l’intelligenza artificiale, ritenendo che il suo utilizzo sempre più consolidato possa presto portare a un calo complessivo dei posti di lavoro.

Solo il 10% pensa che l’AI potrà aumentare il livello di occupazione, mentre per il 26% la situazione non cambierà di molto, a prescindere dallo sviluppo che l’intelligenza artificiale subirà, se non il tipo di mansioni che i lavoratori saranno chiamati a svolgere.

Gestione cookie