L’intelligenza artificiale ha svelato lo sfondo della Gioconda grazie a un esperimento fatto utilizzando Photoshop, software specializzato nell’elaborazione di immagini digitali. Il risultato però non è piaciuto affatto e i commenti alle foto che sono state condivise su alcuni social, tra cui Twitter, sono stati piuttosto negativi. Lo strumento ha allargato il dipinto, aggiungendo una parte di sfondo inesistente partendo dai dettagli della parte di sfondo originale rimanendo molto realistico.
Critiche e commenti negativi alle immagini Ia
Oltre al busto, è apparso un ulteriore spazio che rappresenterebbe la continuazione dello sfondo che sta alle spalle della Gioconda. Un paesaggio montuoso perfettamente coerente con lo stile del quadro di Da Vinci. Gli utenti hanno puntato il dito contro l’intelligenza artificiale di Photoshop perché oltre a modificare un contenuto artistico considerato “intoccabile”, lo strumento potrebbe sostituire il lavoro di alcuni artisti come fotografi, grafici e creatori di immagini stock.
Anche se si tratta soltanto di un esperimento finto e virtuale che è stato mostrato solamente sul web e non ha in alcun modo toccato l’originale, l’indignazione da parte del pubblico in rete è stata forte. L’utente che ha condiviso i risultati dell’Ia, ha scritto su Twitter: “Vi siete mai chiesti che aspetto abbia il resto della Gioconda? Ho ottenuto Adobe Firefly per aiutarmi a riempire lo sfondo con la potenza dell’intelligenza artificiale. Ecco come appaiono gli sfondi dei dipinti più famosi del mondo con l’intelligenza artificiale“.
Adobe Firefly utilizza i dati già presenti per elaborare continuazioni coerenti delle opere d’arte originali. L’utente ha anche pubblicato altre opere d’arte utilizzate per la funzionalità outpainting, come: La notte stellata di Van Gogh, i Nottambuli di Edward Hopper, parte del Trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, Il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, o la Nascita di Venere di Botticelli.
Grazie ad un algoritmo basato sull’Intelligenza Artificiale e al lavoro dei ricercatori guidati dall’Università cinese di Tianjin, è stata messa a punto una funzionalità tramite cui sarebbe possibile creare un ologramma di immagini create registrando e ricostruendo le interferenze tra onde luminose o onde sonore. “Abbiamo scelto di ricreare la Gioconda perché è così famosa che praticamente tutti la conoscono”, commenta Yue-Sheng Wang, co-autore dello studio. “È piena di innumerevoli, delicate e sottili transizioni tra strati diversi, che esaltano la morbidezza e il mistero del dipinto. Quindi è un ottimo banco di prova per dimostrare l’efficacia del nostro metodo” continua.