Airbnb e le feste: la piattaforma da diverso tempo combatte con utenti che affittano case e strutture per organizzare dei party facendo – come da copione – molto rumore, baccano e, nei peggiori dei casi, anche gravi danni alle abitazioni e a ciò che si trova al loro interno.
Riuscire a verificare chi si nasconda dietro le prenotazioni è sempre molto complesso ed è una sfida che Airbnb, ormai da anni, cerca di vincere. Ora, per riuscirci, ha deciso di puntare su un alleato d’eccellenza, ovvero l’intelligenza artificiale, ma in che modo?
La lotta di Airbnb nell’abolire le feste in casa
Prima di spiegare in che cosa consista la nuova mossa della piattaforma, dobbiamo fare un passo indietro: come già anticipato, Airbnb da anni lotta per abolire le feste in casa, esattamente dal 2019, quando avvenne la strage di Halloween.
Il 31 di ottobre di quattro anni fa, a Orinda, in California, cinque persone vennero uccise con colpi di arma da fuoco mentre si trovavano in un appartamento prenotato proprio sulla piattaforma.
Dopo quel tragico episodio, il portale lanciò la linea «Neighborhood Support Line», ossia un servizio attivo 24 ore su 24 per i «vicini di casa degli Airbnb», i quali avevano il compito di segnalare qualunque movimento sospetto nelle abitazioni affittate.
Poi venne la pandemia e, con la chiusura di bar e locali, molte persone pensarono di far baldoria negli alloggi offerti da Airbnb, portando la società ad annunciare ulteriori divieti per prevenire la diffusione del Coronavirus.
In quel caso, venne impostato un limite massimo di 16 partecipanti per struttura. E infine, nell’estate dello scorso anno il divieto divenne definitivo, per tutte le feste in generale, negli appartamenti di tutto il mondo.
Arriviamo al presente: le misure di Airbnb qualche risultato lo hanno raggiunto. Secondo quanto dichiarato dalla società stessa, grazie alle restrinzioni sviluppate negli ultimi tempi, il numero di feste segnalate è diminuito del 55% negli ultimi tre anni.
Laddove il controllo del vicinato non ha funzionato, così come il buon senso civico degli utenti, non resta infatti che rivolgersi alle nuove tecnologie.
Nello specifico il nuovo software introdotto dall’azienda, operativo in tutto il mondo, sarà attivo nel controllare alcuni aspetti critici.
Il primo è relativo alla data di creazione dell’account: più la data di iscrizione è recente, più è possibile che si tratti di utenti che si registrano per la prima volta sulla piattaforma con scopi sospetti.
Inoltre il nuovo software di intelligenza artificiale sarà in grado di scoprire se la persona che sta inoltrando una richiesta di prenotazione vive nella stessa zona dell’appartamento che intende affittare.
A detta della società quando a prenotare è un utente che abita in prossimità del luogo in cui si trova la struttura, spesso si tratta di qualcuno che intende organizzare una festa.
Grazie all’intelligenza artificiale sarà possibile prestare più attenzione alla durata del soggiorno.
Solitamente, infatti, le prenotazioni «problematiche» sono quelle di una sola notte, e in periodi festivi come Capodanno, Halloween e via discorrendo.
«Se qualcuno prenota una stanza durante la notte di Capodanno per una sole notte, e proviene dalla stessa città dell’host che offre la struttura, ci sono alte probabilità che si tratti di una festa», confessa alla BBC la responsabile della sicurezza e della fiducia di Airbnb.
Per comprendere se le nuove misure del portale abbiano i risultati sperati ci vorrà del tempo, ma nel frattempo gli host cominciano a sentirsi più sollevati.
Nel corso degli ultimi tempi, infatti, alcune persone hanno rivelato di aver riadattato il loro appartamento, proprio per scongiurare che venisse affittato per organizzare un party.
La soluzione più efficace risulta essere quella di limitare il numero di camere da letto. «Offrendo un solo letto dove dormire, le possibilità che la struttura venga scelta per una festa si abbassano», rivela un host. «Anche se, a dirla tutta, è solo un modo per minimizzare il rischio, e non per evitarlo del tutto».