All’appello delle grandi aziende tech che hanno investito e sviluppato chatbot basati sull’Intelligenza Artificiale generativa ne mancava una dal peso non indifferente: Apple. Ma si vocifera che a breve anche il colosso entrerà lista, in quanto sarebbe quasi pronta a lanciare il suo modello linguistico, in aperta sfida con OpenAI, la casa dell’ormai celeberrima ChatGpt.
Nonostante le tante dicerie, a Cupertino – città californiana dove l’Apple Park e l’Apple Headquarter sono uno dei cuori pulsanti dell’intera Silicon Valley – tutti mantengono ancora la bocca cucita.
La soffiata finora più attendibile è arrivata da Bloomberg in questi ultimi giorni, secondo cui un team segreto di ingegneri della “mela” starebbe lavorando al nuovo progetto. Il team fa parte di un dipartimento interno chiamato Ajax e, sempre a detta della multinazionale mediatica, l’eventuale nome che dovrebbe prendere lo strumento digitale sarà “AppleGpt”.
A spingere il colosso a intraprendere questa strada sembrerebbe essere stata la realtà dei fatti: tutte le altre Big Tech hanno seguito l’esempio di OpenAI, da Google con il progetto Bard fino a Llama di Meta, gettandosi con determinazione nella realizzazione di un chatbot che potesse concorrere con gli altri. Le scelte delle aziende che si sono “buttate” nell’AI generativa si sono dimostrate effettivamente vincenti, dato che il valore dei titoli azionari ha subito una esaltante crescita dall’inizio del 2022.
Così anche Apple ha finalmente deciso di procedere col suo chatbot, il quale sembrerebbe già essere in uso dagli addetti ai lavori dell’azienda, che per ora hanno l’accesso esclusivo alla piattaforma.
Fino a poco tempo fa, una simile mossa – per quanto sembrasse inevitabile persino agli occhi del grande pubblico “inesperto” – pareva molto lontana dalle intenzioni di Apple. A maggio, l’amministratore delegato Tim Cook era stato piuttosto criptico sulla possibilità di realizzare un proprio chatbot: “Sebbene la tecnologia abbia un potenziale, ci sono ancora una serie di problemi che devono essere risolti”, aveva dichiarato al riguardo. “Apple aggiungerà l’IA su più prodotti, ma su una base molto ponderata”.
Ai lavoratori della “mela” era persino stato vietato di utilizzare Chat Gpt per il timore di essere spiati. Nonostante questo, lo stesso CEO aveva già affermato al Good Morning America che l’AI generativa era qualcosa che l’azienda stava osservando molto da vicino.
Un altro motivo che con ogni probabilità ha influito pesantemente sulla decisione di Apple è stata la mossa di OpenAI di un paio di mesi fa di rendere disponibile Chat Gpt anche per iPhone. Una decisione ponderata con l’obiettivo di sfruttare l’enorme popolarità dello smartphone, e di permettere agli user di utilizzare il chatbot non più da un motore di ricerca, ma tramite app.
Probabilmente, quando Cook ha fiutato – sicuramente molto prima del lancio – questa nuova opzione e si è immaginato un chatbot di un’altra Big Tech nel “suo” iPhone, si è sentito molto più motivato a intraprendere il percorso di sviluppo della propria.
Sembra che a breve l’azienda sarà ufficialmente pronta al grande passo, per il cui evento ci aspettiamo niente di meno che un annuncio in grande stile.
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