Ennesimo capitolo nella breve, ma già molto intesa vita di ChatGPT.
Disponibile da pochi giorni negli Stati Uniti d’America, l’ormai celebre applicazione è stata già presa di mira da molti truffatori, i quali stanno approfittando delle notorietà della chatbot per compiere i propri crimini.
Stiamo parlando di vere e proprie truffe ai danni di utenti ignari e che starebbero garantendo una cospicua somma di guadagni fraudolenti ai criminali informatici in questione.
Gli esperti della Sophos, agenzia inglese di sicurezza informatica, hanno riscontrato la presenza di molte applicazioni truffa sugli store digitali di Apple e Google.
App che, nello specifico, promettono a chi le scarica di poter usufruire di funzionalità molto simili a quelle offerte da ChatGPT, ovviamente dopo aver sottoscritto un abbonamento a pagamento.
Una vera e propria truffa che sfrutta l’ormai abusato meccanismo di acquisto in-app presente negli store digitali sopra citati e che in gergo tecnico viene definita fleeceware.
Ma come avviene la truffa?
Una volta scaricata una di queste false applicazioni, all’utente verrà promesso l’accesso alla piattaforma attraverso delle prove definite gratuite, sebbene così non sia.
Senza alcun preavviso, infatti, all’utente iniziano a essere addebitati costi per abbonamenti ai quali lui non si è affatto iscritto di sua spontanea volontà, costringendolo a pagare tariffe settimanali o mensili.
Una serie di abbonamenti creati e sottoscritti in automatico dall’app ed estremamente difficili da annullare e rimuovere.
È esattamente quel tipo di truffa che molti avranno sperimentato almeno una volta nella vita, anche prima dell’avvento degli smartphone.
I cellulari con un collegamento web sono, infatti, sempre stati presi di mira da questa tipologia di truffatori.
Non vi è mai capitato di ricevere messaggi riguardanti la sottoscrizione di abbonamenti a suonerie o riviste che in realtà non avete mai acquistato?
Una truffa consolidata negli anni e che ora ha coinvolto anche ChatGPT, anch’essa vittima.
Le app false non hanno, infatti, alcuna relazione con OpenAI o ChatGPT e violano i termini di servizio di OpenAI.
Come riconoscerle? Tra le varie app definite truffa sono state individuate ChatON, Chat Gbt e Genie.
È poi utile considerare un fatto. Spesso i truffatori utilizzano tattiche ingannevoli come annunci o recensioni false per attirare gli utenti. Non è raro, poi, riscontrare errori di battitura in queste app.
Per una brutta notizia, ce n’è però anche una buona. O almeno questo è ciò che avranno pensato i proprietari di ChatGPT.
Secondo quanto riportato da Chalkbeat, il Direttore del Dipartimento dell’Istruzione di New York City, David Banks, avrebbe definito un nuovo piano per permettere l’interazione tra i programmi scolastici e le piattaforme di intelligenza artificiale.
Ciò significa che il divieto di utilizzo di ChatGPT imposto nelle scuole della Grande Mela verrà annullato.
Un bando che era stato creato per scongiurare “potenziali abusi” e che ora, invece, non è più considerato necessario.
“La paura istintiva ci ha impedito di valutare il potenziale dell’intelligenza artificiale per supportare studenti e insegnanti”.
Ha dichiarato Banks, il quale ha poi aggiunto:
“I nostri studenti lavoreranno e vivranno in un Mondo in cui la comprensione dell’intelligenza artificiale è cruciale”.
Un deciso cambio di rotta e che non potrà che far piacere agli ideatori di ChatGPT, oltre che a diversi esperti di AI.
Uno studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) stima che circa il…
Critiche per lo spot natalizio 2024 di Coca-Cola, realizzato interamente con intelligenza artificiale: innovazione o…
Scopri le differenze tra ChatGPT, Gemini e Microsoft Copilot: caratteristiche, funzionalità e consigli per scegliere…
L'azienda ha subito commentato quella che può sembrare una vera istigazione al suicidio. Si tratta…
La DeFi permette di effettuare transazioni direttamente tra utenti, prestare o prendere in prestito denaro,…
L'esperimento di Fanpage.it sull'attesissimo incontro che andrà in onda questa notte su Netflix L’attesa è…