Per cyberbullismo si intende l’evoluzione digitale del bullismo. In quanto tale, è ancora più pericoloso perché dilagante e spesso anonimo. Chi ne è vittima si sente impotente di fronte a questo nemico senza volto e le conseguenze psicologiche possono essere devastanti.
Scopriamo in cosa consiste il cyberbullismo, quali forme può assumere e come viene punito a livello di leggi.
Dopo una prima introduzione sul fenomeno, andremo ad elencare delle possibili misure preventive per proteggere i più giovani dal cyberbullismo.
Con il termine cyberbullismo si intende un tipo di bullismo virtuale, compiuto mediante la rete telematica.
Il cyberbullismo comprende tutte le forme di aggressioni, discriminazioni, molestie ed insulti che una persona riceve attraverso l’universo cyber, ovvero su internet. I social network, i forum e diversi servizi di messaggistica, sono il terreno favorevole per far crescere questo fiore dell’odio per due motivazioni principali:
Il contesto virtuale, quindi, può unire persone lontane, ma può essere anche molto pericoloso: un singolo post, una foto o un commento, possono fare il giro del mondo, come un piccolo sasso gettato nel lago che provoca onde fino alla riva. Questa risonanza può diventare insostenibile e devastante per chi subisce atti di cyberbullismo, che si sente completamente impotente di fronte al suo dilagare.
Anche a livello giuridico questo termine ha assunto significato grazie alla L.71/2027, che ne ha riassunto il significato in questo modo:
“qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”
Secondo delle recenti statistiche raccolte dalle Nazioni Unite, 1 studente su 3, tra i 13 e i 15 anni è stato vittima di bullismo, e il 20% di loro ha subito atti di cyberbullismo tra gli 11 e i 17 anni, in Italia.
Dai dati ISTAT traspare che le vittime più colpite dal cyberbullismo sono per lo più ragazze con il 30% di probabilità in più rispetto ai maschi di subirlo almeno una volta nella vita.
Questa forma più subdola e dilagante di bullismo porta a pensieri suicidari e all’autolesionismo, soprattutto se pensiamo che il 38% delle persone subisce quotidianamente i suoi effetti attraverso i social media.
Questi dati parlano chiaro: il cyberbullismo c’è in tutto il mondo e le conseguenze possono essere devastanti per chi lo subisce.
Si tratta di una macchia nera che comprende persone di ogni età: dai bambini, agli adolescenti fino agli adulti. In quest’ultimo caso, spesso assume anche altre declinazioni ugualmente distruttive come cyberstalking e revenge porn.
Il cyberbullismo può manifestarsi in modi differenti, al momento ne sono state individuate cinque forme:
Il cyberbullismo si combatte su due fronti: aumentando la consapevolezza nelle persone e agendo in modo preventivo, e attraverso punizioni severe per chiunque lo compia.
A livello preventivo si possono portare avanti le seguenti azioni:
Per quanto riguarda l’ambito legale, ad oggi esistono strumenti di tutela sia dal punto di vista penale che civile.
Il cyberbullismo può garantire diversi capi d’accusa per chi lo perpetra come: diffamazione aggravata, molestie o disturbo alle persone, delitto di minaccia, atti persecutori, sostituzione di persona, delitto di accesso abusivo a sistema informatico (nei casi di furto di identità), trattamento illecito di dati, estorsione a istigazione al suicidio (art.580 del Codice penale).
Nel caso il cui lo stesso cyberbullo fosse minorenne, si potrà procedere legalmente anche sui soggetti responsabili della loro vigilanza ed educazione.
Nel 2017, il Parlamento ha approvato la legge numero 71/2027 che consiste nelle “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.
Per spiegare in cosa consiste, riportiamo il primo articolo di questo testo normativo:
“azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche”.
La legge vuole proteggere la dignità del minore e ottenere l’oscuramento, la rimozione e il blocco di qualsiasi dato personale diffuso illecitamente in rete, in modo rapido per contenere il più possibile i danni.
In ambito scolastico, questa legge implica che il Ministero dell’istruzione adotti delle linee guida per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo nelle scuole, individuando in ogni istituto un docente referente delle iniziative di prevenzione al cyberbullismo.
Quello che ci auguriamo è che al progredire della tecnologia e quindi delle “armi” a disposizione per nuocere alle persone online, non corrisponda una sempre più oscura e profonda oggettivazione dell’essere umano, che non viene più visto come un essere vivente ma come un semplice utente bersaglio su cui scaricare il proprio odio.
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