Come funziona Artifact, il social su base AI in cui anche Snoop Dogg può leggervi le news

“Finalmente esiste un news feed guidato dall’intelligenza artificiale, ma in cui tu sei ai pannelli di controllo. Artifact non è una delle solite app di notizie. Noi crediamo nel potervi fornire le più importanti notizie gratuite, superando lo schema del clickbait e usando l’intelligenza artificiale per riassumerle all’istante. Unisciti alla nostra community e scopri la forza dell’AI”.

Questo il primo messaggio che compare agli utenti visitando il sito ufficiale di Artifact, il social network governato dall’intelligenza artificiale in cui poter leggere contenuti testuali gratuitamente e lasciarsi stupire da qualche sorpresa inaspettata.

A crearlo sono stati gli inventori di Instagram, i quali sono tornati grandi protagonisti sul web grazie a una piattaforma sviluppata negli ultimi due anni e lanciata con una versione di prova negli scorsi mesi.

Capiamo meglio di cosa si tratta.

Cos’è Artifact?

Artifact è un news feed personalizzato e governato dall’intelligenza artificiale. A inventarlo sono stati Kevin Systrom e Mike Krieger, i due padri fondatori di Instagram, una delle più note piattaforme di social network al Mondo.

Si tratta del secondo grande progetto da parte dei due imprenditori, i quali sono così tornati alla ribalta dopo aver ceduto nel 2012 proprio Instagram a Facebook (ora Meta, ndr) per circa un miliardo di dollari, abbandonando poi definitivamente la loro prima creatura nel 2018.

Ora, la nuova avventura si chiama Artifact, il cui nome vuole unire l’intelligenza artificiale ai fatti.

Intelligenza artificiale su un post-it
Immagine | Unsplash @HiteshChoudhary – Cryptohack.it

Sfruttando i recenti progressi fatti dall’AI, quest’app si pone l’obiettivo di fornire ai propri utenti delle notizie gratuite, libere dai diktat imposti solitamente dalla legge del clickbait.

Un progetto che ha visto la luce dopo due anni di sviluppo, ma soprattutto dopo il grande successo a livello globale dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e la consacrazione di TikTok, piattaforma da cui Artifact ha tratto qualche spunto.

Esso potrebbe essere, infatti, definito come una sorta di “TikTok per contenuti testuali”, in cui ai vari utenti vengono mostrate le news più importanti in base ad alcuni parametri pre-impostati e non semplicemente perché consigliate da amici o followers vari (come accade su altri social come Facebook, Twitter e proprio Instagram).

Prendendo in prestito un pezzo del modello linguistico Gpt-3, ovvero quello utilizzato da ChatGPT e Dall-E, Artifact si serve dell’intelligenza artificiale per capire più facilmente il linguaggio umano e fornire contenuti più precisi.

Una tecnologia inventata da Google nel 2017 e sviluppata poi anche da OpenAI e che permette ora ad Artifact di generare testi e immagini che possano essere interessanti per gli utenti che possiedono un proprio account sull’app.

Questi contenuti, come anticipato, vengono proposti sulla base di parametri che non hanno a che fare per forza con la rete sociale propria di ogni utente, esattamente come accade per TikTok.

Lo scopo è quello di fornire ai lettori l’offerta informativa più bilanciata e sostenibile che sia possibile trovare sul web, sfruttando la potenza dell’AI.

Come specificato dalla stessa azienda, Artifact si può così considerare un feed di articoli personalizzato, il quale si serve del machine learning per capire e classificare i particolari interessi di ogni utente, al quale viene proposto un elenco contente sia alcune news prodotte da testate giornalistiche molto autorevoli, come il New York Times, sia notizie appartenenti a blog più piccoli e settoriali.

Analizzando le preferenze di ogni utente, l’AI riesce a proporre gli articoli più adatti in termini di tematica e lunghezza del testo, così da andare incontro alle esigenze di ogni singolo lettore.

Ma non è finita qui. Artifact mette anche a disposizione dei propri utenti un feed che mostra gli articoli pubblicati eventualmente dagli utenti seguiti, con relativi commenti, oltre che una casella di posta nella quale commentare le notizie più importanti del momento con i propri amici virtuali (e/o reali).

Un social che sa unire un pizzico di Twitter con un po’ di TikTok e di Google Reader, insomma, con qualche chicca sicuramente interessante, ma anche con qualche limite.

Uno dei rischi per l’app creata dal duo composto da Systrom e Krieger è quello di doversela vedere con una problematica che ha colpito praticamente tutti gli altri social in passato, ovvero il problema della disinformazione.

Un aspetto certamente non di poco conto, soprattutto dal momento che stiamo parlando di un’applicazione che, come obiettivo, si pone quello di fornire la migliore informazione possibile.

È, però, già accaduto in passato che un news feed altamente personalizzato dal lavoro di un algoritmo diventasse il contenitore anche di fake news, deepfake e filter bubble.

Termini che sono stati utilizzati soprattutto dal 2015 in poi, quando Facebook iniziò a mostrare delle falle di sistema, rendendo palese agli occhi degli osservatori come i social potessero essere un terreno fertile per promuovere anche la disinformazione.

Esattamente ciò che Artifact vuole evitare.

Mai ascoltata una news letta da Snoop Dogg?

L’algoritmo sceglie quali contenuti proporvi, mentre qualche artista ve li legge.

Questa è una delle curiosità di Artifact, app su cui potreste ritrovarvi ad ascoltare le ultime notizie direttamente dalla voce del noto rapper Snoop Dogg o di un’attrice famosissima in tutto il Globo come Gwyneth Paltrow.

Tutto ciò grazie all’intelligenza artificiale.

Primo piano del rapper Snoog Dogg sorridente
Immagine | ANSA EPA @NinaPrommer – Cryptohack.it

A seguito di una partnership siglata con Speechify, azienda definita “l’AI reader text-to-speech numero uno al Mondo”, Artifact permette ai propri utenti di farsi leggere le notizie da alcune delle voci più famose e conosciute, come quelle dei già citati Snoop Dogg e Gwyneth Paltrow.

Per il momento, si tratta di una funzionalità limitata e ancora in fase di sviluppo, nonché offerta esclusivamente in lingua inglese.

Provare questa novità è semplicissimo. Una volta entrato nell’app, all’utente basterà premere il pulsante “play” posizionato nel menù collocato nella parte inferiore dell’interfaccia, scegliere una delle trenta voci per ora a disposizione e selezionare la velocità di lettura, fino a un massimo di 4,5x.

Poi non resterà che ascoltare la lettura della news scelta, la quale potrà essere riprodotta anche in background, mentre si naviga alla ricerca di altre notizie all’interno dell’applicazione stessa o se ne utilizzano della altre sul proprio smartphone o sul proprio tablet.

Attualmente, questa funzionalità text-to-speech è disponibile solamente per la versione iOS di Artifact, ovvero quella riservata ai clienti Apple. Quelli Android dovranno aspettare ancora un po’.

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