Come abbiamo visto in un precedente articolo, le monete virtuali non sono tutte uguali ed esistono quattro categorie principali nelle quali suddividerle. È però opportuno sottolineare l’esistenza di altre differenze che è importante tenere a mente. In particolare le criptovalute si distinguono l’una dall’altra non solo per il loro valore, soggetto a fluttuazioni più o meno importanti, ma anche per come vengono prodotte e spese.
La produzione delle criptovalute
Alcune criptovalute, come Bitcoin, Dash e Monero sono create tramite un processo chiamato mining che si basa sull’utilizzo di computer incredibilmente performanti per risolvere dei puzzle crittografici sempre più complessi. La risoluzione di uno di questi “enigmi” è ricompensata con la produzione delle monete desiderate, che possono anche essere vendute, per esempio affidandosi a specifiche piattaforme note come exchange (tra le più famose ci sono eToro, Coinbase, Kraken, Bitstamp e Bitfinex).
Altre criptovalute, tra cui NEM, si basano su altri tipi di algoritmi che non richiedono l’uso di un hardware potente. Esistono inoltre monete virtuali come ripple e IOTA che non possono essere ottenute tramite il mining, perché sono prodotte direttamente da alcune organizzazioni.
Criptovalute e acquisti
Per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi, Bitcoin è sicuramente la criptovaluta accettata dal più vasto numero di siti e piattaforme. Anche altre monete virtuali, tra cui Litecoin e Dash, stanno cercando di offrire sempre più opportunità agli investitori in tal senso. Tuttavia non tutte le criptovalute nascono per l’uso quotidiano, quindi non bisogna stupirsi se in alcuni casi non è possibile usufruirne per comprare dei vestiti o del cibo. Pagare un caffè con Ether sarà anche impossibile, ma la valuta digitale può comunque essere usata per creare e utilizzare delle applicazioni sulla piattaforma decentralizzata Ethereum.
L’importanza della privacy e della rapidità
Alcune criptovalute offrono maggiore privacy rispetto ad altre e permettono anche delle transazioni più rapide. Bitcoin arranca un po’ sotto questo punto di vista, perché non tutela l’anonimato bene quanto monete come Dash o Monero. Inoltre, le transazioni a cui permette di accedere sono più lente. Tuttavia, considerando la popolarità della criptovaluta e il vasto ecosistema di sviluppatori che la circonda, non è possibile escludere che questi aspetti siano migliorati in futuro.
Chiaramente le differenze diventano ancora più accentuate se si mettono a confronto le criptovalute più classiche con le stablecoin. Quest’ultime, grazie all’ancoraggio a un altro asset finanziario, sono molto meno influenzate dalle fluttuazioni del mercato e hanno quindi un valore più stabile. Usarle può anche essere utile per risparmiare, perché la maggior parte egli exchange non addebita alcune commissioni sulle transazioni durante gli scambi di queste valute.