Criptovalute, il Governo italiano ha iniziato a tassarle

I primi mesi del 2023 hanno decretato l’inizio di un nuovo capitolo per quanto riguarda la storia delle criptovalute in Italia.

Da quest’anno le monete virtuali non sono, infatti, più “tax free” nel nostro Paese, come deciso dal Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni e approvato nella Legge di Bilancio 2023.

Una novità che non ha limitato comunque la crescita delle criptovalute in Italia, dove i numeri registrati nel primo trimestre dell’anno in corso sono molto positivi.

Cosa è cambiato

La Legge di Bilancio 2023 approvata il 29 dicembre 2022 ha stabilito al comma 126 la tassazione al 26% delle “plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominate”.

Ciò significa che anche le criptovalute ora sono tassate al pari degli altri redditi diversi, sebbene l’imposta verrà applicata soltanto per le plusvalenze superiori ai 2.000 euro (riguarderà tutte le cripto-attività, sia i currency token che gli utility token e gli NFT).

Un grande cambiamento, visto che fino al 31 dicembre 2022 le criptovalute erano soggette alla norma fiscale relativa alle valute estere, motivo per cui le plusvalenze con concorrevano a formare reddito, a meno che la giacenza posseduta non fosse superiore a 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi successivi.

Oggi, invece, non è più così.

Da gennaio le criptovalute sono state assimilate a dei veri e propri asset finanziari e tassate (sulle plusvalenze superiori ai 2.000 euro) con un’imposta del 26%, ovvero la stessa già prevista per gli altri strumenti finanziari, a sola eccezione dei titoli di Stato.

Questa imposta del 26% è, poi, applicabile anche sui proventi derivanti dalla detenzione di cripto-attività.

Uomo che mostra un bitcoin, una criptovaluta
Foto | Pexels @CryptoCrow

I dubbi

A seguito delle novità proposte nell’ultima Legge di Bilancio e riguardanti il settore delle criptovalute, diversi restano i dubbi ancora da risolvere.

Il più grande riguarda quali plusvalenze debbano essere tassate.

La Legge di Bilancio 2023 ha, infatti, stabilito che l’imposta del 26% dovrà essere pagata solo sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro, ma non ha specificato se questa soglia sia cumulativa (se si consideri quindi il saldo complessivo di fine anno) o se si applichi a ogni singola operazione.

Altro dubbio riguarda la natura di questa soglia di 2.000 euro, dal momento che non si è ancora capito se si tratti di una franchigia o di una condizione.

Una domanda alla quale ha provato a rispondere il partner dello Studio Avella e Associati, Francesco Avella, partendo dal presupposto che i 2.000 euro sembrerebbero essere una condizione, per come è scritta la norma:

“In caso di guadagni complessivamente superiori a 2.000 euro, tutti i guadagni dovranno essere assoggettati a tassazione e non soltanto l’eccedenza rispetto ai 2.000 euro. Ciò si evince dal tenore letterale della norma, che non concede una generale esenzione fino a 2.000 euro, ma sancisce un criterio quantitativo che comporta, se superato, l’imponibilità di tutti i guadagni ottenuti e, se non superato, la loro non imponibilità”.

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto, inoltre, una sanatoria per chi negli anni precedenti non ha dichiarato la detenzione di criptovalute nella misura di una tassa dello 0,5% per ogni anno di omessa dichiarazione.

Un altro punto che deve essere però chiarito, in quanto non si è ancora capito nel dettaglio su quali basi debba essere calcolata questa percentuale.

Uomo mette in tasca un bitcoin
Foto | Pexels @Worldspectrum

Criptovalute in salute

Affinché le novità proposte diventino tutte effettive, servirà un naturale periodo di adeguamento, sebbene la norma non preveda un periodo di transizione.

Un leggero stato di confusione che non ha, però, rallentato il trend positivo che le criptovalute stanno vivendo in Italia.

Osservando le prime due crypto per capitalizzazione, ovvero il bitcoin e l’ether, i rendimenti del 2023 presentano rispettivamente un +80% e un +60%.

Due dati rilevati a metà aprile e che dimostrano lo stato di salute delle criptovalute.

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