L’Unione Europea vuole creare un “bollino” per etichettare tutti i contenuti creati dall’Intelligenza artificiale in modo da evitare la divulgazione di immagini e informazioni ambigue che alimentano la disinformazione. Le richieste sono state inoltrate a Google e Facebook, a cui l’Ue ha proposto di specificare in maniera chiara e trasparente l’origine di contenuti prodotti con l’aiuto di strumenti basati sull’Intelligenza artificiale.
L’etichetta richiesta dall’Unione Europea dovrà essere ben visibile e riconoscibile. Diciture come “Questo contenuto è stato creato dall’Intelligenza artificiale”, “Made by AI”, “questo contenuto non è stato creato da un essere umano“, o ancora, simboli specifici riconosciuti a livello europeo che dichiarano che un contenuto è prodotto dall’Ia. Potrebbero essere queste le novità introdotte che interesseranno qualsiasi prodotto: testi, video, audio o immagini.
Riconoscere un contenuto creato dall’Intelligenza artificiale non è semplice per gli utenti in rete, ma neanche per le piattaforme stesse, che per seguire le richieste dell’Ue, dovranno prima attrezzarsi di software specifici (sviluppandoli o acquistandoli), in grado di individuare la vera origine dei contenuti prodotti dall’Ia.
Dietro questa richiesta c’è anche la necessità di fermare la disinformazione che arriva dalla Russia, soprattutto per quanto riguarda i contenuti che affrontano il tema della guerra in Ucraina. “Quello che vogliono i russi è minare il sostegno dell’opinione pubblica dei nostri cittadini per il sostegno dell’Ucraina. Noi dobbiamo difendere i nostri interessi e la nostra democrazia”, spiega la vicepresidente della Commissione Europea Věra Jourová.
Jourova e il commissario per il mercato interno Thierry Breton, hanno chiesto maggiori “garanzie per evitare i rischi”, ai rappresentanti di oltre quaranta organizzazioni che hanno aderito al codice di condotta contro la disinformazione. Tra le aziende coinvolte ci sono Microsoft, Google, Meta, TikTok, Twitch e Twitter, che ha abbandonato il codice di condotta. “Twitter ha fatto un errore ad abbandonare il Codice di condotta Ue sulla disinformazione scegliendo la strada più difficile, quella dello scontro” ha detto Věra Jourová.
L’Ue chiederà ai firmatari “di creare una traccia dedicata e separata all’interno del codice per affrontare la disinformazione generata dall’intelligenza artificiale“, questo “dovrebbe mirare a identificare i rischi specifici di disinformazione presentati dall’AI generativa e adottare misure appropriate per affrontarli”, ha spiegato Jourova. “I firmatari che integrano l’AI generativa nei loro servizi come Bingchat per Microsoft, Bard per Google dovrebbero creare le necessarie garanzie affinché questi servizi non possano essere utilizzati da attori malintenzionati per generare disinformazione”, ha aggiunto.
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