Dopo l’aggiornamento a dello scorso febbraio, il colosso tech sarebbe pronto a presentare un’altra novità nel giro di poche settimane
Nelle ultime settimane, indiscrezioni e notizie confermate hanno suscitato l’interesse del settore: Google e OpenAI, i due giganti della Silicon Valley, sembrano pronti a rilasciare importanti aggiornamenti sui loro modelli di intelligenza artificiale, rispettivamente Gemini 2.0 e Orion. Questi avanzamenti mirano a consolidare la loro leadership in un mercato sempre più competitivo, con impatti significativi su utenti, aziende e su tutto l’ecosistema digitale.
L’evoluzione di Gemini: dalle aspettative alla realtà
Dopo l’aggiornamento a Gemini 1.5 lanciato lo scorso febbraio, Google sarebbe pronta a presentare Gemini 2.0 già a dicembre, in anticipo rispetto alle tempistiche che fino a poco tempo fa sembravano più dilatate. Questo salto sarebbe fondamentale per mantenere il passo con OpenAI, che ha già introdotto nuovi modelli come o1 e potrebbe rilasciare Orion entro la fine dell’anno. Tuttavia, nonostante le aspettative, il modello di Google sembra non essere all’altezza delle performance sperate, almeno stando a recenti report. Fonti vicine all’azienda riportano che gli incrementi di performance tra Gemini 1.5 e il prossimo Gemini 2.0 non sarebbero così significativi come il team di sviluppo si sarebbe augurato, confermando che anche giganti come Google affrontano sfide tecniche complesse.
Questa fase di stallo è comprensibile considerando i ritmi sostenuti e le alte aspettative che l’industria dell’IA si è imposta. Dopo il boom dello scorso anno, gli investimenti sono aumentati, e le aziende sono in continua competizione per presentare nuovi modelli che possano eccellere sia nelle capacità di ragionamento che nell’efficienza computazionale. Tuttavia, l’evoluzione tecnologica non è lineare e, spesso, incrementi marginali di potenza richiedono progressi tecnici significativi. Si sospetta, infatti, che uno dei principali ostacoli sia la carenza di GPU specifiche per IA, risorse fondamentali per supportare le complessità dei modelli di intelligenza artificiale di nuova generazione.
OpenAI e Orion: una sfida continua
Se da un lato Google cerca di accelerare il rilascio di Gemini 2.0, dall’altro OpenAI, guidata da Sam Altman, continua a marcare il territorio con il lancio di modelli IA sempre più avanzati. Dopo aver messo a disposizione il modello o1, OpenAI sta lavorando intensamente a Orion, un modello atteso entro la fine dell’anno e sviluppato in collaborazione con Microsoft. Orion rappresenterebbe un ulteriore passo avanti, promettendo una maggiore capacità di elaborazione e potenzialmente anche una superiore integrazione nei servizi di Microsoft, come già accade per i modelli di ChatGPT integrati in Bing e in altre piattaforme Microsoft.
La rivalità tra OpenAI e Google è più accesa che mai. Entrambe le aziende mirano a rendere i propri modelli linguistici più veloci, precisi e in grado di rispondere a input più complessi. Il risultato finale per gli utenti è una competizione che porta miglioramenti continui nell’IA, con potenziali benefici che si estendono alla produttività e alla qualità dell’esperienza digitale. Tuttavia, anche OpenAI deve affrontare sfide simili a quelle di Google, poiché il progresso degli LLM (Large Language Models) sta incontrando delle limitazioni intrinseche, dovute sia all’hardware disponibile sia alla complessità degli algoritmi necessari per i miglioramenti.
Per gli utenti finali, questo scenario rappresenta un’opportunità unica. Con l’avvento di modelli come Gemini 2.0, Orion e gli altri sistemi emergenti, la qualità delle interazioni digitali potrebbe raggiungere livelli mai visti prima, offrendo strumenti di lavoro e intrattenimento all’avanguardia.