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Google ha chiuso il contenzioso tributario con il Fisco italiano: la cifra versata è da capogiro

Durante gli accertamenti della guardia di finanza è emerso che Google Ireland Limited aveva omesso di presentare le dichiarazioni annuali dei redditi prodotti in Italia

Google ha recentemente chiuso un contenzioso tributario con il Fisco italiano, versando la cifra record di 326 milioni di euro. Questa somma è il risultato di un lungo iter di indagini che ha coinvolto la Procura di Milano, la quale stava indagando sulla Google Ireland Limited per presunti reati di evasione fiscale. La notizia è stata confermata tramite una nota ufficiale firmata dal procuratore Marcello Viola.

Origine delle indagini su Google

La questione ha avuto origine dalle indagini delegate ai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. Queste indagini si sono concentrate sull’operato di Google in Italia, in particolare sulla presunta creazione di una stabile organizzazione occulta costituita da server e infrastrutture tecnologiche. Tali strumenti hanno facilitato l’offerta di servizi digitali nel Paese, permettendo a Google di generare ricavi significativi senza dichiarare le relative imposte.

Durante l’accertamento, è emerso che Google Ireland Limited aveva omesso di presentare le dichiarazioni annuali dei redditi prodotti in Italia. Inoltre, non erano state effettuate le dichiarazioni per le ritenute d’imposta sulle royalties dovute alle società estere del gruppo. Queste omissioni hanno portato a un’analisi approfondita dell’intera attività economica svolta dalla società nel territorio italiano, con particolare attenzione ai ricavi derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari.

Chiusura del contenzioso

La Procura di Milano ha quindi formulato una richiesta di archiviazione del procedimento, in seguito alla regolarizzazione delle posizioni fiscali da parte di Google. Questo passaggio è stato possibile grazie alla procedura di accertamento con adesione, che ha portato alla chiusura del contenzioso e ha permesso di definire un’importante somma da versare al Fisco italiano.

  1. 326 milioni di euro come risarcimento significativo;
  2. Un segnale importante per altre multinazionali;
  3. Sottolinea l’importanza di rispettare le normative fiscali locali.

Implicazioni globali

La questione dell’evasione fiscale e della tassazione delle multinazionali è un argomento di crescente rilevanza a livello globale. Negli ultimi anni, molte aziende tecnologiche sono state accusate di utilizzare strutture complesse per minimizzare il pagamento delle imposte nei vari Paesi in cui operano. Questo fenomeno ha suscitato un ampio dibattito sulle politiche fiscali e sull’equità del sistema tributario.

L’insegna di Google vicino ai suoi uffici di Pechino | EPA/JESSICA LEE – Cryptohack.it

La regolarizzazione fiscale di Google in Italia potrebbe rappresentare un precedente importante per altri casi simili. Le autorità fiscali italiane hanno dimostrato la propria determinazione nel perseguire le violazioni fiscali, evidenziando la crescente cooperazione tra le autorità fiscali internazionali e la necessità di un approccio coordinato per affrontare l’evasione fiscale globale.

Inoltre, la decisione di Google di chiudere il contenzioso potrebbe riflettere una strategia più ampia dell’azienda per migliorare la propria immagine e consolidare la propria posizione nel mercato italiano. La reputazione è un fattore cruciale per le aziende che operano nel settore digitale, e un’accettabile condotta fiscale è fondamentale per mantenere la fiducia dei consumatori e degli investitori.

Il versamento di 326 milioni di euro da parte di Google per chiudere il contenzioso con il Fisco italiano non solo rappresenta una somma considerevole, ma indica anche un cambiamento significativo nel modo in cui le multinazionali affrontano le questioni fiscali. Le autorità italiane hanno dimostrato la loro capacità di perseguire le violazioni, mentre le multinazionali sono sempre più consapevoli della necessità di conformarsi alle normative fiscali locali per evitare sanzioni e danni reputazionali.

Redazione Cryptohack

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