GPT-me, come funziona il dispositivo d’intelligenza artificiale che trasforma l’identità di un individuo

Se l’Intelligenza Artificiale fosse in grado di entrare in simbiosi con noi e farci diventare più efficienti?  GPT-me si è riuscito

Avital Meshi, una biologa comportamentale, per diversi mesi ha indossato un dispositivo alimentato dall’Intelligenza Artificiale, una sorta di tutore al polso con alcuni tasti e un cavo arrotolato intorno alla mano e al dispositivo, in grado di interpretare i discorsi che Avital ascoltava e suggerirle nell’orecchio la risposta da dare in base alla “personalità” impostata. 

Questo dispositivo collegato al corpo della biologa comportamentale, si è praticamente “fuso” con lei, rendendola così a tutti gli effetti ibrida. 

GPT-me: l’AI che sussurra alle persone

GPT-me è si basa sull’ Intelligenza Artificiale ed è in grado di aiutare simultaneamente chi lo indossa, in questo caso Avital Meshi, nelle conversazioni, suggerendo risposte a domande che riusciva ad ascoltare. Uno po’ come un cervello AI a portata di polso, capace di fornire suggerimenti in tempo reale come una qualsiasi intelligenza generativa. 

La macchina è in grado di sussurrare le risposte da dare nell’orecchio della biologa, che poi può ripeterle ad alta voce:

“Il dispositivo utilizza l’API GPT di OpenAI insieme a un algoritmo di sintesi vocale. Ha un piccolo microfono che si attiva quando premo un pulsante blu, registrando frammenti delle mie conversazioni. Queste parole pronunciate diventano prompt per GPT, che poi genera risposte.”

Inoltre, la ricercatrice attraverso un pulsante può cambiare lo stile di risposta di GPT, in modo tale da adattarlo al meglio al Tone of Voice che la situazione richiede. Il pulsante serve come linea di comunicazione, con cui la ricercatrice può riferire allo strumento AI di modificare il suggerimento successivo o di cambiare personalità, come scopriremo tra poco.

Che cos’è davvero GPT-me?

GPT-me è molto più che un tutore con la risposta pronta, ma una sofisticata soluzione indossabile AI based, strutturata secondo algoritmi sofisticati, in grado letteralmente di integrare un dispositivo AI con il corpo di un essere umano.

La ricercatrice ha scelto di indossare il dispositivo per sei mesi, facendo in modo che influenzasse le sua vita quotidiana e le sue interazioni sociali.  

Come hanno reagito le persone?

Secondo la ricercatrice, le persone si sono divise in due fazioni distinte, ovvero coloro che erano entusiasti e volevano provare lo strumento, e coloro che invece ne erano addirittura infastiditi, sottolineando che si trovavano a disagio che comunicare con lei dal momento che non erano sicuri che le risposte che ricevevano fossero frutto del suo pensiero o generate dall’AI.

 

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Problemi di personalità

Anche per Avital è stato sfidante dal momento che doveva riuscire a trovare un giusto compromesso tra ciò che lei pensava in quel momento e la risposta sussurrata da GPT-me, con la relativa crisi di indennità che poteva derivarne, specialmente se considerate che possono essere impostate decine di personalità diverse: con un semplice tasto puoi diventare una persona diversa, che ragiona in modo differente e dà risposte che non ti saresti mai nemmeno immaginato di pronunciare. 

Da un lato questo fa riflettere sulla possibilità che tecnologie del genere possano compromettere l’equilibrio psicologico di chi li indossa, favorendo disturbi di personalità e deficit nell’interazione sociale. Ovviamente sono aspetti che verranno indagati qualora queste tecnologie dovessero diventare acquistabili.

Le diverse personalità di GPT-me

Avital Meshi è risucita a impersonificare, grazie a questo strumento sofisticato, personaggi celebri della storia come Alan Turing, Albert Einstein, Mahatma Gandhi, Whitney Houston, Leonard Cohen e Michael Jackson, fornendo risposte che loro avrebbero dato. 

Questo è possibile solo per quegli individui di cui GPT può avere memoria, poiché addestrato a conoscerle e non per persone comuni come i familiari di chi indossa il dispositivo, in quanto non ci sono dei dati raccolti su di loro.

Questo non esclude però che in futuro diventi impossibile: addestrare eventuali GPT-me a conoscere persone a noi più care non è un gradino insormontabile, e renderebbe l’esperienza di utilizzo dello strumento AI ancora più personalizzata, per quanto a tratti inquietante. 

Potenziali effetti negativi GPT-me

Gli effetti negativi di questo strumento sono potenzialmente elevati: dal momento che è in grado di ascoltare le conversazioni viene meno la privacy di chi ci sta attorno e questo può a sua volta trasformarsi in un problema di sicurezza.

Inoltre, come abbiamo già anticipato, può trasformarsi in un’arma a doppio taglio per la persona che lo indossa, che rischia di perdere il contatto con sé stessa, perdendo progressivamente la propria capacità di pensiero: se qualcuno pensa e risponde al posto tuo, rischi di perdere l’abitudine a farlo.

Tuttavia GPT-me dimostra come l’AI si stia insinuando sempre di più nella nostra vita quotidiana, tanto da diventare un oggetto da indossare che può sussurrarci risposte all’orecchio.

Voi lo provereste? 

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