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Il Guardian lascia X: la crescente disillusione verso il social di Elon Musk

Scopri come Elon Musk ha trasformato X, ex Twitter, in uno strumento controverso di propaganda politica e sociale

Mercoledì il Guardian, uno dei giornali più influenti del Regno Unito con un ampio seguito globale, ha annunciato la decisione di abbandonare i propri account sulla piattaforma social X (precedentemente Twitter). Il motivo?

«I benefici di essere su X sono ormai superati dagli aspetti negativi», hanno dichiarato i responsabili della testata. La mossa segue una serie di critiche rivolte al proprietario della piattaforma, Elon Musk, per le sue scelte di gestione, considerate responsabili di trasformare X in uno spazio sempre più tossico e privo di moderazione.

Il Guardian lascia X: ecco perché c’è una crescente disillusione verso il soci

Da quando Elon Musk ha acquistato X (precedentemente Twitter) nel 2022, la piattaforma ha subito profondi cambiamenti, trasformandosi, secondo molti osservatori, in uno strumento di propaganda. Musk ha utilizzato X per amplificare la visibilità dei contenuti che riflettono le sue opinioni politiche, supportano le sue aziende e, più recentemente, promuovono la destra statunitense, incluso l’ex presidente Donald Trump.

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Uno degli aspetti più controversi riguarda l’eliminazione quasi totale della moderazione dei contenuti, con conseguente proliferazione di post violenti, razzisti, transfobici e complottisti. Tra i contenuti più scioccanti vi sono messaggi che inneggiano a Hitler o promuovono ideologie suprematiste, creando un ambiente che molti descrivono come tossico.

L’annuncio del Guardian di abbandonare la piattaforma è arrivato poche ore dopo la notizia che Musk farà parte del futuro governo di Donald Trump, con un incarico legato alla riduzione delle spese federali. Musk, il cui impero aziendale comprende contratti multimilionari con il governo statunitense, aveva già sostenuto apertamente la campagna elettorale di Trump, contribuendo con investimenti milionari. Questo sostegno non è stato limitato all’aspetto economico: Musk ha utilizzato X come megafono per promuovere i contenuti a favore di Trump, rendendoli più visibili rispetto a quelli delle fazioni politiche rivali.

Questa connessione ha sollevato interrogativi sull’imparzialità della piattaforma e sul ruolo di Musk come figura influente nel panorama politico globale. Secondo molti critici, X è stata trasformata in un canale che non solo promuove un’agenda specifica, ma mina anche la neutralità e la credibilità del dibattito pubblico.

La decisione del Guardian di lasciare X non è stata improvvisa. I responsabili del giornale hanno spiegato che si trattava di una scelta maturata nel tempo:
«È qualcosa che stavamo considerando da tempo, dati i contenuti spesso inquietanti che vengono promossi o trovati sulla piattaforma. Teorie del complotto di estrema destra, razzismo e disinformazione sono solo alcuni degli aspetti problematici. La campagna elettorale statunitense ha evidenziato ciò che osservavamo da tempo: X è diventata una piattaforma tossica, plasmata dall’influenza di Elon Musk per manipolare il discorso politico».

Questa decisione rappresenta un momento significativo nella relazione tra i media tradizionali e i social network, sottolineando l’importanza di piattaforme che garantiscano spazi sicuri e responsabili per il dibattito pubblico.

Il Guardian non è l’unico a prendere le distanze da X. Lo stesso giorno, l’attrice Jamie Lee Curtis ha disattivato il proprio account, annunciando la decisione su Instagram con un messaggio che invoca serenità e cambiamento. Anche Guillermo del Toro, celebre regista messicano, ha abbandonato la piattaforma, preferendo Bluesky, un social network emergente che sta attirando molti utenti delusi da X.

Secondo alcune stime, almeno 100.000 utenti hanno disattivato i loro account su X negli Stati Uniti subito dopo le elezioni presidenziali. Parallelamente, Bluesky ha registrato oltre un milione di nuovi iscritti solo nel mese di novembre, portando il totale degli utenti a 14 milioni. Anche se questi numeri sono ancora lontani dai 200 milioni di utenti attivi su X, evidenziano una tendenza in crescita verso alternative percepite come meno tossiche e più sicure.

Bluesky non è l’unica alternativa a X. Threads, il social network gestito da Meta e collegato a Instagram, ha raggiunto oltre 275 milioni di utenti dalla sua nascita. Tuttavia, Bluesky si distingue per il suo approccio decentralizzato, che mira a ridurre la concentrazione del potere decisionale su una singola entità. Questo modello è stato accolto positivamente, soprattutto da chi critica Musk per la gestione autoritaria e polarizzante di X.

La popolarità di queste piattaforme alternative dimostra che esiste una domanda crescente di spazi digitali che privilegino il rispetto, l’inclusività e la moderazione dei contenuti. Tuttavia, rimane da vedere se queste piattaforme riusciranno a sostenere il livello di interazione e influenza che X ha avuto in passato.

La decisione del Guardian segue quella di altre testate che avevano già abbandonato X in passato. Ad esempio, nell’aprile 2023, NPR (National Public Radio) aveva deciso di lasciare la piattaforma dopo che il suo account era stato etichettato come “media affiliato allo stato”. NPR aveva contestato questa definizione, che metteva in dubbio la sua indipendenza editoriale. Sebbene Musk abbia successivamente modificato il sistema di etichette, molte testate continuano a criticare il modo in cui sono rappresentate su X.

Un altro motivo di tensione è l’atteggiamento sprezzante di Musk verso il giornalismo. Le sue dichiarazioni, spesso denigratorie nei confronti della stampa, hanno spinto molte organizzazioni a rivalutare la loro presenza sulla piattaforma, portando a una crescente disillusione tra le testate giornalistiche.

Abbandonare X non è una decisione semplice per i media. La piattaforma continua a essere utilizzata da milioni di persone e rappresenta ancora uno strumento efficace per la diffusione delle notizie. Tuttavia, restare su X comporta rischi significativi: i contenuti pubblicati dai giornali possono essere affiancati a post dannosi o falsi, alimentando ulteriormente la disinformazione e danneggiando la credibilità delle testate stesse.

Alcuni giornali hanno scelto di rimanere su X, limitando però le loro attività alla semplice condivisione di articoli senza interazioni dirette. Altri, invece, hanno optato per una presenza ridotta, esplorando piattaforme alternative per raggiungere il pubblico in modo più sicuro.

La decisione del Guardian potrebbe segnare un punto di svolta nel rapporto tra i media e i social network. Con l’ascesa di alternative come Bluesky e Threads, molte testate potrebbero seguire l’esempio, riducendo la dipendenza da X e cercando nuovi spazi che garantiscano maggiore controllo e moderazione.

La crescente polarizzazione della piattaforma, l’assenza di moderazione e l’influenza politica di Musk potrebbero accelerare questo processo, spingendo sempre più utenti e organizzazioni a esplorare altri lidi. In questo scenario, il panorama dei social media potrebbe subire una trasformazione significativa, con implicazioni di vasta portata per il giornalismo, la politica e il dibattito pubblico.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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