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Il Metaverso piace ancora? Tra importanza crescente e aziende in fuga

Era destinato a incarnare il nuovo mondo, il futuro della tecnologia destinato a rivoluzionare permanentemente le nostre vite. Tuttavia, l’unico a investirci con impegno è stato e rimane Mark Zuckerberg, il Ceo di Meta, nonostante la scarsa adesione globale, persiste nei suoi investimenti nella speranza di rilanciarlo. Parliamo del Metaverso, un universo virtuale immersivo reso possibile dall’uso di visori. Doveva rappresentare il futuro, ma negli ultimi mesi la maggior parte degli entusiasti del progetto ha visto svanire le proprie speranze. Persino la Commissione Europea, che aveva avviato il suo Metaverso personale, con un costo di 345mila euro, ha dovuto chiuderlo recentemente a causa delle scarse adesioni. Secondo l’Indipendent, dal 2019 all’estate di quest’anno, Meta ha registrato una perdita di 40 miliardi di dollari nella divisione Reality Labs, focalizzata sullo sviluppo delle ultime tecnologie e, di conseguenza, sul Metaverso.

Metaverso in crisi? Ecco tutti i dati che preoccupano Zuckerberg

Sembra passato un’era dal 27 ottobre 2021, quando Mark Zuckerberg annunciò il rebrand di Facebook in Meta, prospettando il metaverso come il futuro dell’azienda per l’era post-web. Quel giorno, il metaverso divenne improvvisamente oggetto di speculazioni incredibili, generando promesse, soprattutto nel breve termine, difficili da mantenere, vista la scarsa maturità delle sue tecnologie e delle applicazioni che, per quanto premature, venivano chiamate a risolvere problemi che di fatto ancora non esistevano.

Dopo aver subito perdite miliardarie sui mercati nei più recenti periodi fiscali, lo stesso Zuckerberg è stato “spinto” a prendere le distanze dal metaverso, annunciando che la sua holding, pur non abbandonando completamente lo sviluppo dei social ambientati nei mondi virtuali immersivi, ora si concentrerà su un’altra tecnologia emergente, l’intelligenza artificiale, mettendo gli sforzi sulla divisione Meta AI.

Foto | ANSA/META – Cryptohack.it

Seguendo l’esempio di Meta, di recente anche Microsoft e Disney hanno annunciato significativi tagli negli investimenti precedentemente pianificati per sviluppare le tecnologie e le applicazioni del metaverso. Secondo alcune indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, la holding Disney avrebbe l’intenzione di interrompere l’attività della divisione appositamente creata per la ricerca e sviluppo del metaverso.

Microsoft, oltre a ridurre il ritmo nello sviluppo delle tecnologie immersive, chiuderà definitivamente AltSpace VR, una piattaforma social in realtà virtuale acquisita nel 2017, integrando gli asset più rilevanti in altre applicazioni maggiormente orientate all’intelligenza artificiale, indipendentemente dalla loro effettiva sostanza.

Tali aspetti, poco confortanti, si sommano alla notizia del taglio di centinaia di migliaia di posti di lavoro, annunciato a cavallo dell’anno da quasi tutti i principali protagonisti della scena tech, per far fronte alla necessità di ridurre drasticamente i costi dopo la contrazione della domanda che ha seguito il boom del periodo segnato dalla pandemia Covid-19.

In questo contesto, la fuga dal metaverso a cui stiamo assistendo conferma una congiuntura negativa che coinvolge globalmente vari aspetti del mercato tech, costringendo le grandi aziende tecnologiche a una razionalizzazione degli investimenti. Le scelte più comuni vedono sacrificare principalmente le attività che non riescono a garantire un ritorno immediato, creando un notevole aggravio nella natura dei bilanci in termini di ricerca e sviluppo.

Ma cosa sta realmente accadendo al metaverso? Ci troviamo di fronte a una bolla sull’orlo di scoppiare definitivamente o stiamo vivendo quello che viene definito come un inverno della tecnologia?

I timori riguardo alle consistenti perdite nella divisione Reality Labs sono stati confermati a luglio di quest’anno, quando l’azienda ha dichiarato una perdita operativa di 3,7 miliardi di dollari nel secondo trimestre, nonostante un fatturato di soli 276 milioni di dollari, in calo rispetto ai 339 milioni di dollari registrati nel primo trimestre. Gli analisti avevano stimato che Reality Labs avrebbe raggiunto un fatturato di 421 milioni di dollari con perdite operative di 3,5 miliardi di dollari, evidenziando un notevole scostamento tra le previsioni e i risultati effettivi dell’azienda.

Come illustrato nel grafico di CNBC, nel corso del 2022, Reality Labs ha registrato una perdita totale di 13,8 miliardi di dollari, nonostante un fatturato di 2,16 miliardi di dollari, in parte attribuibile alle vendite di apparecchi VR.

Per Meta, tuttavia, tutte queste perdite erano parte integrante della strategia aziendale. Nel rapporto di luglio già menzionato, l’azienda aveva previsto chiaramente un significativo aumento delle perdite operative di Reality Labs nel corso dell’anno. Questa crescita delle perdite è direttamente correlata agli incessanti sforzi di Meta nello sviluppo di prodotti legati alla realtà aumentata e virtuale. Inoltre, le perdite erano anche il risultato degli ingenti investimenti necessari per espandere ulteriormente l’ecosistema di realtà aumentata e virtuale.

E le aziende prendono distanza: Disney licenzia il personale della divisione del Metaverso.

Questa incertezza sta spingendo sempre più aziende a distanziarsi gradualmente da questo ambito. Un esempio è Disney, che aveva ambiziosi progetti in questo settore ma ha dovuto abbandonarli a causa del scarso interesse nella nuova tecnologia. Secondo il Wall Street Journal, a marzo tutti i dipendenti del team dedicato sono stati licenziati, appena quattro mesi dopo la creazione della divisione.

Anche la più grande società Internet asiatica, Tencent, ha sciolto la sua unità composta da 300 persone a febbraio. La società di social media Snapchat ha eliminato il suo team l’anno scorso.

L’abbandono di Disney dal nascente Metaverso avviene mentre diverse grandi aziende mettono in secondo piano i piani per questa tecnologia, in favore di un crescente interesse nel mondo delle criptovalute e dell’esplosione dell’intelligenza artificiale.

Il Metaverso potrebbe diventare il nuovo scenario in cui organizzazioni criminali e cartelli della droga cercano di espandersi. È quanto emerge dal recente rapporto della Direzione investigativa antimafia (Dia), che mette in luce le piattaforme di comunicazione criptate e, in generale, gli strati più profondi di internet.

Il documento, riferito al secondo semestre del 2022, concentra l’attenzione su questo nuovo scenario, “rispetto al quale Europol ha già evidenziato le potenziali criticità“. Si sottolinea la capacità delle organizzazioni criminali “di adattarsi rapidamente alle trasformazioni tecnologiche e ai fenomeni economico-finanziari su scala globale“. Anche l’Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) ha lanciato l’allarme.

Governi, organismi internazionali, investigatori e inquirenti stanno esplorando nuove vie, con molti Paesi europei che investono considerevolmente nella lotta contro i crimini online. Ad esempio, le polizie postali di Estonia, Danimarca, Svezia e Norvegia hanno avviato ricerche approfondite sui crimini online. La Norvegia, che ha iniziato la sua presenza online nel 2015, dispone ora di “Nettpatrulje”, pattuglie internet in ogni distretto, presenti su diversi social media, piattaforme di gioco e streaming, con @politivest su TikTok che conta 509.000 follower.

Federico Liberi

Sono laureando in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica

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