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Il metaverso tra opportunità e insidie

Il termine metaverso fu coniato nel 1992 dallo scrittore Neal Stephenson nel suo romanzo “Snow crash” ed era descritto come un mondo virtuale nel quale le persone potevano rifugiarsi e condurre vite parallele a quelle della realtà.

Il concetto di mondi virtuali paralleli è stato utilizzato ed elaborato già dal 2003. All’epoca la società Linden Lab sviluppò la piattaforma multimediale chiamata Second Life, che è giunta alla sesta versione e continua a proporre agli utenti la possibilità di creare propri avatar tramite i quali è possibile interagire con altre persone in un mondo virtuale, strutturato in forma di multiplayer.

La piattaforma online offre anche una moneta virtuale, il Linden Dollar, che è scambiabile con le valute del mondo reale.

Immagine | Pixabay @Tumisu

Oggi il concetto di metaverso viene fortemente spinto da Facebook, al punto che la società è stata rinominata in Meta e sta investendo miliardi di dollari nello sviluppo.

Alte aziende stanno lanciando servizi simili. Al CES 2022, ad esempio, Nvidia ha lanciato il suo Omniverse, una piattaforma di collaborazione e simulazione che aggiunge ed unisce strumenti 3D ai flussi di lavoro convenzionali. Essa è applicabile ed utilizzabile non solo da esseri umani ma anche da macchine e robots per ottimizzare e velocizzare simulazioni e processi di sviluppo. 

Un esempio, già utilizzato in ambito industriale, è rappresentato dai “digital twins”, letteralmente gemelli digitali, ovvero repliche virtuali di oggetti e risorse reali, con i quali è possibile interagire tramite dispositivi ed interfacce anche indossabili.

Le infinite possibilità del metaverso

Considerare il metaverso una realtà virtuale interattiva, paragonandola a Minecraft, Roblox o second Life, è del tutto errato. Oggi le possibilità offerte vanno ben oltre, Decentraland e The Sandbox permettono agli utenti di essere parte di una esperienza digitale condivisa nella quale è possibile giocare, scambiare oggetti da collezione, compravendere proprietà mobiliari ed immobiliari digitali. Una economia parallela basata su criptovalute, NFT (Non-Fungible Tokens: assets crittografici unici, irreplicabili, insostituibili, indivisibili) e blockchain.

Nel metaverso è infatti possibile investire in varie forme: 

  • con modelli di business o progetti nelle società quotate come Meta, Roblox, Unity, Microsoft e Nvidia, per citarne alcune
  • interagendo con giochi basati su NFT come Axie Infinity
  • acquistando e vendendo proprietà immobiliari virtuali su Decentraland e The Sandbox
  • comprando criptovalute del metaverso (metaverse tokens), scommettendo e speculando sui progetti ad esse legati

E’ facile intuire le grandi potenzialità di questo mondo ma non è affatto semplice discernere le insidie nascenti. La superficie di attacco in gioco è enorme.

I pericoli del metaverso

Mentre il metaverso porterà benefici, come qualsiasi altra innovazione connessa a Internet, ci saranno criminali informatici e truffatori che cercheranno di sfruttarlo e questo creerà grandi sfide di sicurezza informatica e privacy.

In primo luogo, è impossibile identificare univocamente gli utenti con i quali si interagisce e da ciò nasce l’opportunità di utilizzare tecniche di ingegneria sociale per trarre in inganno gli interlocutori mediante sostituzione di persona o, per meglio dire, di avatar.

Se il phishing va a segno nell’internet tradizionale, figuriamoci la percentuale di successi di attacchi simili, sferrati nel metaverso ai danni di criptovalute o proprietà mobiliari e immobiliari virtuali.

In una nota interna divulgata dal Financial Times, il CTO di Meta Andrew Bosworth ammette che moderare il comportamento delle persone nel metaverso è praticamente impossibile.

Immagine | Pixabay @Kan-art

Una ricerca della londinese Center for Countering Digital Hate (CCDH) ha riportato che VR Chat, applicazione interna al metaverso Facebook, è pervasa di molestie, razzismo e materiale sessualmente esplicito.

Poiché il metaverso mira a replicare gran parte del mondo fisico, i regolatori e i responsabili delle politiche pubbliche stanno già iniziando a chiedersi se i crimini commessi in esso dovrebbero comportare una punizione nel mondo reale.

Appare evidente che non sia solo questione di sconfiggere malware ma che il nuovo mondo parallelo ponga sfide assai più complesse, i cui esiti saranno determinanti per i futuri sviluppi di questa affascinante creazione.

Marco Marra

Appassionato di tecnologia ed esperto di Cyber Security con molti anni di esperienza nella prevenzione e gestione delle minacce cibernetiche. Altamente qualificato grazie alla continua formazione tecnica ed alle innumerevoli collaborazioni su progetti di sicurezza di importanti dimensioni in aziende italiane e multinazionali. Costantemente impegnato in attività di hacking etico e nella progettazione di sistemi di difesa Cyber Fisici

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