Donald Trump, tornato alla Casa Bianca con la promessa di trasformare gli Stati Uniti nell’hub globale per le monete digitali, aveva inizialmente favorito un rally del settore cripto. Tuttavia, la recente imposizione dei dazi ha capovolto la situazione
L’annuncio dei nuovi dazi statunitensi ha scatenato un’ondata di panico nei mercati finanziari, colpendo in modo significativo il settore delle criptovalute. Nel giro di pochi giorni, il valore complessivo del comparto cripto ha registrato una perdita di 600 miliardi di dollari, mentre Bitcoin ed Ethereum hanno subito pesanti contraccolpi. Questo calo è direttamente legato alle politiche commerciali adottate dal presidente Donald Trump, il quale ha imposto nuove tariffe su Canada, Messico e Cina, scatenando reazioni a catena sui mercati internazionali.
Bitcoin, la criptovaluta più importante per capitalizzazione, ha visto il suo valore precipitare da 100.000 a 90.000 dollari nel giro di due giorni, registrando un calo del 10%.
Anche Ethereum ha subito un duro colpo, scendendo da 2.800 a 2.400 dollari, con una perdita del 14%. Solana, un’altra criptovaluta di rilievo, ha perso il 2%, mentre altre monete digitali hanno registrato ribassi variabili in seguito alle incertezze generate dal nuovo scenario economico globale.
L’inasprimento della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e altre economie globali ha portato a una fuga dagli asset più rischiosi, tra cui le criptovalute, favorendo invece beni rifugio come l’oro. A Londra, la domanda di lingotti è aumentata vertiginosamente, segnale evidente di come gli investitori stiano cercando soluzioni più sicure per proteggere il loro capitale dall’incertezza dei mercati.
Donald Trump, tornato alla Casa Bianca con la promessa di trasformare gli Stati Uniti nell’hub globale per le monete digitali, aveva inizialmente favorito un rally del settore cripto. Le sue dichiarazioni riguardo alla possibilità di creare una riserva strategica di Bitcoin avevano innescato un’ondata di acquisti, contribuendo a spingere la criptovaluta sopra i 100.000 dollari alla fine del 2024.
Tuttavia, la recente imposizione dei dazi ha capovolto la situazione. Le misure protezionistiche introdotte dall’amministrazione statunitense hanno provocato reazioni immediate da parte dei Paesi colpiti, tra cui il Canada, che ha risposto con tariffe aggiuntive sulle importazioni americane. Questo scenario ha aumentato il rischio di un’inflazione globale e di un rallentamento della crescita economica, elementi che hanno spinto gli investitori ad abbandonare le criptovalute in favore di asset meno volatili.
Secondo i dati riportati dal Financial Times e citati dall’Ansa, il mercato delle criptovalute è passato da una capitalizzazione complessiva di 3,62 trilioni di dollari a 3,03 trilioni in poche ore. La correzione ha coinvolto non solo Bitcoin ed Ethereum, ma anche molte altre criptovalute, segnando una delle peggiori battute d’arresto per il settore negli ultimi anni.
Nonostante il calo attuale, le criptovalute continuano a rappresentare un asset strategico per molti investitori. L’attenzione dell’amministrazione Trump verso il settore, con la creazione di un gruppo di lavoro per valutare l’eventualità di una riserva strategica in Bitcoin, dimostra che gli Stati Uniti vogliono mantenere un ruolo centrale in questo mercato. Tuttavia, le recenti tensioni commerciali potrebbero rallentare il percorso di adozione e stabilità delle valute digitali.
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