Intelligenza Artificiale a scuola, come cambia il metodo d’insegnamento: docenti divisi

Quest’anno, tra i banchi scolastici, c’è una “nuova” leva: l’Intelligenza Artificiale (IA).

Le scuole di tutto il mondo stanno seriamente affrontando la rivoluzione rappresentata da ChatGPT e tecnologie simili, come evidenziato da un recente rapporto dell’UNESCO.

Gli addetti all’istruzione stanno progressivamente superando la fase iniziale di panico per rivalutare l’approccio all’IA in materia di apprendimento. Alcuni insegnanti lo ritengono uno strumento prezioso, altri continuano ad essere scettici.

Lo scenario internazionale

Quest’anno segna l’inizio dell’era dell’IA generativa nelle scuole, con la presenza di chatbot in grado di generare testi, immagini e video. Le scuole stanno progressivamente superando la fase iniziale di panico per adottare politiche attive per l’utilizzo dell’IA nell’istruzione.

Tuttavia, il panico non è scomparso del tutto, come evidenziato da un’inchiesta del New York Times su alcune scuole americane. Alcuni insegnanti ritengono che ChatGPT “uccida” i compiti a casa come strumento di valutazione, creando incertezza – se non la totale certezza – sulla paternità degli elaborati. In risposta, molti insegnanti stanno ora optando per la valutazione basata esclusivamente su compiti e interrogazioni in classe per garantire l’autenticità del lavoro degli studenti.

Secondo uno studio dell’UNESCO che ha coinvolto 450 scuole e università in tutto il mondo, solo il 10% di esse ha già implementato politiche sull’uso dell’IA.

Tuttavia, il numero di professori che inizia a beneficiare dell’IA sta aumentando. Lo fanno in due modi principali: utilizzando l’IA per preparare materiale didattico personalizzato e coinvolgendo gli studenti nell’utilizzo di chatbot per supporto nello studio.

Il supporto dell’IA all’insegnamento e all’apprendimento

Alcuni docenti – quelli considerati “all’avanguardia”, o criticati dal resto – utilizzano ChatGPT (o simili) per creare materiale didattico, tra cui quiz e materiali grafici. Questo consente loro di risparmiare tempo e di personalizzare le lezioni ed esercizi in base alle esigenze individuali degli studenti, inclusi quelli che non sono madrelingua.

Un altro approccio è quello di mettere ChatGPT nelle mani degli studenti stessi, sia in classe che per i compiti a casa. Gli studenti possono utilizzarlo come un tutor interattivo personale per ricevere aiuto nello studio o per svolgere compiti complessi. Ma anche per correggerlo quando sbaglia.

Esercizi di correzione dell’IA

Così l’IA diventa un ausilio “autentico” o almeno dichiarato, simile all’introduzione delle calcolatrici nelle scuole in passato.

Questo approccio non è limitato alle materie scientifiche, ma si estende anche alle discipline umanistiche. Alcuni professori hanno assegnato agli studenti il compito di scrivere racconti con l’assistenza di ChatGPT, altri hanno chiesto al chatbot di riassumere opere letterarie o di argomentare tesi su determinati temi. In questi casi, gli studenti sono stati incoraggiati a valutare criticamente i testi prodotti dall’Intelligenza Artificiale, rilevandone eventuali errori, un fenomeno che permane ancora per molti chatbot.  E per identificare un errore, bisogna essere preparati, quasi come a mettersi nei panni dei docenti.

Questo, inoltre, metterebbe in luce – soprattutto agli occhi degli studenti – non solo le potenzialità, ma anche i limiti dello strumento di ultima generazione, ponendo l’accento sulla qualità dell’opera umana, invece che artificiale.

In due scuole italiane l’IA è una materia di studio

In Italia, due scuole coinvolte nel progetto OCSE stanno adottando un approccio all’avanguardia circa l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nella didattica. Parliamo del Majorana di Brindisi e dell’Istituto Comprensivo III di Modena, i quali hanno destinato due ore settimanali all’insegnamento vero e proprio dell’IA, includendo ovviamente ChatGPT, con l’obiettivo di far comprendere agli studenti il suo funzionamento, le possibilità, i limiti e i rischi.

Macchina da scrivere da cui esce un foglio con scritto ARTIFICIAL INTELLIGENCE
Immagine Unsplash | @MarkusWinkler – Cryptohack.it

Il preside Daniele Barca ha enfatizzato l’importanza di far capire ai ragazzi come funzionano queste tecnologie e le implicazioni ad esse legate; riflessioni che non sono da dare per scontato in altre nazioni del mondo, dove l’integrazione è ad uno stadio molto più avanzato.

L’approccio critico italiano

Soprattutto a differenza di alcune scuole negli Stati Uniti, l’approccio italiano cerca di evitare in ogni modo un’utilizzazione superficiale dell’IA. Piuttosto, mira a fornire agli studenti una comprensione approfondita di questa rivoluzione tecnologica, consentendo loro di parteciparvi attivamente.

L’applicazione pratica dell’IA a scuola è vista come un risultato naturale del più grande processo tecnologico globale. L’istruzione deve rispecchiare l’andamento, le questioni, e le novità che invadono la società, ed è per questo che ad alcuni studenti, ad esempio, è stato chiesto di scrivere una fiaba utilizzando strumenti di IA, compresi testi e immagini.

Finora, le due scuole citate hanno gettato le basi della conoscenza sull’IA per i loro ragazzi e ragazze. Ma il prossimo passo, a partire da settembre 2023, sarà un progetto – potenzialmente rivolto più direttamente ai professori che agli alunni – che consentirà ai docenti di personalizzare i percorsi di apprendimento utilizzando gli strumenti e le opportunità dell’Intelligenza Artificiale.

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