Pechino scende in campo nella sfida per l’intelligenza artificiale. Baidu, il Google in mandarino, ha appena lanciato al pubblico Ernie Bot, il chatbot rivale di ChatGPT di OpenAi, al bando in Cina. Si tratta di un grande passo in avanti per il settore tecnologico del Paese asiatico che vuole gareggiare nella corsa all’oro dell’IA.
Secondo quanto scrive l’azienda in una nota, a breve è previsto anche l’arrivo di nuove applicazioni. “Baidu lancerà una suite di nuove app native per l’intelligenza artificiale che consentiranno agli utenti di sperimentare appieno le quattro capacità principali dell’intelligenza artificiale generativa: comprensione, generazione, ragionamento e memoria”.
Il successo registrato da ChatGpt, che ha sede negli Usa, ha scatenato una corsa allo sviluppo di applicazioni rivali, inclusi generatori di immagini e video, ma anche un diffuso allarme su potenziali abusi e disinformazione.
Baidu è tra le più grandi aziende tecnologiche cinesi, ma ha dovuto affrontare la concorrenza di altri campioni nazionali come Tencent, avventurandosi in vari settori come il cloud computing e la guida autonoma.
Ernie Bot – già presentato nel marzo scorso – è la prima applicazione di Intelligenza artificiale domestica disponibile sul mercato interno ma non all’estero. Per registrarsi, e dunque utilizzarlo, è necessario infatti essere in possesso dell’app di Baidu, disponibile solo all’interno dei confini nazionali. Un platea comunque considerevole – un miliardo e 400 milioni di potenziali utenti – che contribuiranno ad allenare il nuovo sistema di IA generativa.
Il feedback umano
Rendendo disponibile il chatbot made in China, Baidu sarà in grado di ottenere un massiccio ritorno di pareri per migliorare l’app a ritmo spedito. L’obiettivo dell’apertura al grande pubblico del resto è proprio questo, come ha spiegato il numero uno della compagnia Robin Li: ricevere feedback umani reali, essenziali per raffinare le risposte del sistema di IA.
A poche ore dal lancio, l’app Ernie Bot è già in cima alla classifica delle applicazioni gratuite più scaricate negli store online.
La disciplina dell’IA in Cina
Il semaforo verde arriva dopo l’approvazione nelle scorse settimane di una nuova disciplina del settore. Sul fronte della regolamentazione dell’Intelligenza artificiale, la Cina infatti si è già mossa, come ha fatto l’Unione Europea, a differenza degli Stati Uniti dove la materia è ancora priva di un quadro normativo.
Lo scorso 15 agosto Pechino ha imposto alle aziende di effettuare una verifica di sicurezza per ottenere l’approvazione prima di poter lanciare un prodotto sul mercato. Secondo quanto riporta Bloomberg, sembra che al momento solo una manciata di sistemi di intelligenza artificiale generativa abbiano ottenuto il via libera per il lancio al pubblico, tra cui SenseTime e ByteDance (proprietaria di TikTok), oltre a Baidu.
Secondo le recenti linee guida messe a punto da Pechino, i sistemi cinesi di IA generativa devono “aderire ai valori fondamentali del socialismo”, non possono minacciare la sicurezza nazionale, promuovere il terrorismo, la violenza o “l’odio etnico” né favorire la diffusione di “informazioni false e dannose”.
Le nuove regole mirano a sostenere gli sviluppatori domestici nella concorrenza coi colossi rivali OpenAi e Microsoft senza allentare la stretta sull’informazione. Non stupisce che Enrie Bot sia stato addestrato a censurare argomenti altamente sensibili per il Partito Comunista come la repressione di Piazza Tiananmen.