L’Intelligenza Artificiale permette di arrivare dove l’immaginazione umana qualche anno fa non si sarebbe mai nemmeno spinta: apre nuove frontiere a livello medico, nello spazio, nella vita quotidiana e nelle aziende. Ma questa onda anomala travolgente lascia uno strascico dietro di sé fatto di possibili pericoli con cui prima o poi, dovremo tutti fare i conti.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di riunirsi per trovare risposta ad alcune domande importanti, e pensare a come contenere i danni rispetto a questo cambiamento ormai, per certi versi, troppo grande per essere fermato o anche solo rallentato.
Secondo Reuters l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, avrebbe adottato all’unanimità la prima risoluzione globale sull’Intelligenza Artificiale.
La soluzione sarebbe nata da una proposta degli Stati Uniti, a cui poi ha dato manforte la Cina e oltre 120 nazioni. Ecco le parole di Linda Thomas-Greenfiels, ambasciatrice americana delle Nazioni Unite:
“Oggi, tutti i 193 membri dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite hanno parlato con una sola voce e, insieme, hanno scelto di governare l’intelligenza artificiale piuttosto che lasciarsi governare da essa.”
Le preoccupazioni principali dell’ONU erano incentrare sulle potenzialità distruttive dell’AI inerenti alle frodi e alle possibilità concrete di fare perdere numerosi posti di lavoro.
Ma, in realtà, è solo la punta dell’iceberg: rispetto all’AI esistono anche altri grossi punti di domanda e situazioni da risolvere, ne sono un esempio la mancata protezione dei dati e della privacy dei cittadini, che può andare a ledere ai processi democratici, ma anche l’enorme quantitativo di energia impiegata per fare funzionare la grossa e complessa macchina dell’Intelligenza Artificiale.
Una riunione era d’obbligo, e dopo tre mesi di negoziati, tutti gli stati membri si sono dimostrati concordi senza neanche la necessità di effettuare una votazione.
“La progettazione, lo sviluppo, l’implementazione e l’uso improprio o dannoso di sistemi di intelligenza artificiale comportano rischi che potrebbero minare alla protezione, alla promozione e al godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali”
“A novembre, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e più di una dozzina di altri paesi hanno presentato il primo accordo internazionale dettagliato su come mantenere l’intelligenza artificiale al sicuro da attori non autorizzati, spingendo le aziende a creare sistemi di intelligenza artificiale che siano “sicuri fin dalla progettazione”.
Per tutelare i diritti umani, la privacy e proteggere intere aziende da problematiche relative e frodi, occorre partire da una base più sicura per quanto rigurda le future innovazioni AI; per quelle già esistenti invece l’ONU vuole applicare degli interventi mirati a modificare alcune procedure in modo tale da renderli più sicuri.
Questo accordo globale ha solo un precedente, la Dichiarazione di Bletchey, che a sua volta mirava a stabilire delle linee guida rispetto all’AI. Nella dichiarazione di Bletchey si poneva l’attenzione su: cooperazione internazionale, standard di sicurezza, AI ed etica, trasparenza e responsabilità, condivisione e conoscenza.
Non ci resta che attendere e scoprire se dopo questo lungo percorso iniziato a novembre, finalmente si potranno porre dei limiti necessari alle sconfinate potenzialità dell’Intelligenza Artificiale, per evitare di venire inghiottiti da qualcosa che l’uomo stesso ha creato, senza forse stabilire a priori importanti istruzioni d’uso e regolamentazioni, che a quanto vedete non stanno certo tardando ad arrivare.
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