Il Mondo è al lavoro per creare una regolamentazione utile all’utilizzo consapevole dell’intelligenza artificiale.
È quanto rivelato dallo studio Five Ways to Prepare for AI Regulation, dal quale è emerso come per moltissime imprese sia anche necessario implementare il programma di Intelligenza Artificiale Responsabile (RAI).
Per questo, decine sono i Paesi in tutto il globo oggi al lavoro su tale fronte. Italia compresa.
Attualmente sono più di 60 i Paesi e i territori nel Mondo che stanno iniziando a disegnare un quadro normativo che possa regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale.
Oltre 800 le misure in analisi, con l’Europa in prima linea.
Il nostro continente è, infatti, pronto ad accogliere l’AI Act, il primo regolamento che istituisce un quadro giuridico volto a regolare sviluppo, commercializzazione e utilizzo dell’intelligenza artificiale, in conformità con i valori e i diritti costituzionali dell’UE.
Manca soltanto l’approvazione da parte degli organi competenti e poi questo nuovo regolamento potrà entrare finalmente in atto, marcando così un nuovo traguardo per l’AI in Europa.
Spostando il focus a livello nazionale, anche l’Italia ha sviluppato un progetto personale, lanciando il “Programma strategico per l’intelligenza artificiale 2022-2024”.
Un insieme di regole e 24 politiche utili ad accelerare l’innovazione e le potenzialità dell’intelligenza artificiale nel Belpaese, sia sotto il profilo sociale che economico.
Attraverso l’annuale indagine globale rinominata Digital Acceleration Index (DAI), il Boston Consulting Group (BCG) ha provato a capire se le aziende siano davvero pronte a confrontarsi con la creazione di nuove normative per quanto riguarda l’intelligenza artificiale.
Analizzando 2.700 dirigenti nel Mondo, BCG ha riscontrato che soltanto il 28% del campione esaminato ha affermato di considerare la propria organizzazione pienamente preparata ad affrontare nuove normative AI.
Un dato poco confortante a livello globale, ma che migliora se prendiamo in considerazione soltanto l’Italia, dove il 49% dei dirigenti ha espresso la propria convinzione circa la necessità di una regolamentazione per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Un numero che supera, e non di poco, la media europea (35%) sullo stesso tema.
Continuando a parlare di innovazione, il 34% dei dirigenti interrogati ha affermato di avere già una figura aziendale di Chief AI operativa nella propria organizzazione.
Una risposta riscontrata in larga parte soprattutto tra i dirigenti operanti nel settore delle telecomunicazioni, del tech e dei beni di consumo, dove si sono trovati i livelli di preparazione più alti.
Tornando all’Italia, le aziende che si sono mostrate più pronte all’introduzione di una nuova regolamentazione AI sono quelle appartenenti al settore energetico (l’89%), seguite poi dalle realtà finanziarie (87,5%) e tecnologiche (83%).
Con la realizzazione dello studio Five Ways to Prepare for AI Regulation, BCG ha riscontrato che il miglior modo per le aziende di affrontare le nuove imminenti regolamentazioni sia quello di implementare il programma di Intelligenza Artificiale Responsabile (RAI).
Esso si fonda su principi il cui scopo è quello di garantire responsabilità, trasparenza, privacy e sicurezza, oltre che equità e inclusione per quanto riguarda lo sviluppo e l’utilizzo degli algoritmi.
Affinché il programma RAI possa essere implementato, potrebbe essere, allora, utile seguire alcuni consigli. Quali?
Innanzitutto, è necessario che la leadership sia responsabilizzata, ovvero che ogni leader nel mondo dell’intelligenza artificiale operi attraverso politiche corrette e strategie conformi alle normative emergenti.
In secondo luogo, è altrettanto importante costruire e diffondere in ogni azienda un quadro etico dell’AI, così da essere sicuri di soddisfare i nuovi requisiti.
Altro consiglio è quello di coinvolgere direttamente i dipendenti nei processi e nelle piattaforme di intelligenza artificiale, al quale si lega anche quello di garantire i principi fondamentali di trasparenza e inclusione anche nei processi di creazione e lavoro con gli algoritmi.
Ultimo consiglio è quello di partecipare all’ecosistema RAI, contribuendo attivamente a un consorzio o a un gruppo di lavoro.
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