Uno studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) stima che circa il 14% dei posti di lavoro globali potrebbe essere completamente automatizzato nei prossimi decenni
L’intelligenza artificiale ha trasformato, negli ultimi anni, il mondo del lavoro, rivoluzionando settori tradizionali e aprendo nuove frontiere. Alcuni ricercatori italiani hanno stilato una classifica delle professioni che più sentiranno l’impatto dell’IA. Fabio Mercorio, uno degli esperti del centro di ricerca Crisp (Interuniversity Research Center of Public Services) che ha realizzato il report, dichiara: “L’effetto delle nuove tecnologie su alcuni lavori può essere anche positivo, solo chi non lo saprà capire verrà sostituito, non da una macchina però, ma dal collega, umano, che le ha sapute usare meglio“.
Gli sviluppi dell’IA e l’impatto sul mondo del lavoro
L’IA ha trasformato molti processi, rendondoli più brevi grazie all’automatismo delle macchine. Fino a poco tempo fa molti di questi richiedevano l’intervento umano, adesso la tecnologia è capare di portare a termine diverse attività in poco tempo e in maniera precisa. Questo ha sollevato molti timori e preoccupazioni legati alla sostituzione del lavoro umano.
Uno studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) stima che circa il 14% dei posti di lavoro globali potrebbe essere completamente automatizzato nei prossimi decenni. Chi è in cima alla classifica dei lavori più impattati “non è detto che verrà danneggiato dalle nuove tecnologie, anzi potrebbe guadagnarne in efficienza e produttività” spiega Mercorio. L’automazione sta generando anche nuove opportunità: ci sarà sempre più bisogno, infatti, di professioni che si occuperanno dello sviluppo di tecnologie IA e dell’interpretazione dei dati. Gli esperti spiegano che l’IA non eliminerà il lavoro, ma piuttosto lo trasformerà e che il futuro sarà determinato dalla capacità di aziende e governi di adattarsi a questa rivoluzione.
Quali sono i lavori che sentiranno più l’impatto dell’intelligenza artificiale?
Gli esperti hanno utilizzato un database di mansioni divise per oltre 900 professioni e hanno domandato a Mistral (7B Instruct v 0.2), Openchat (3.5 0106) e Orca mini (v3 7b) quali sapessero fare meglio per capire dove e come l’IA potrebbe sostituirci.
- fisici,
- analisti di business intelligence,
- esperti in animali,
- ingegneri aerospaziali, “Nel loro caso gli llm possono rivoluzionare la ricerca di nuovi materiali e tecnologie e ottimizzare i calcoli per nuovi progetti – afferma Mercorio -. Un potenziale impatto positivo peculiare emerso in modo specifico per questo settore e da non ignorare”,
- statisti, “nei calcoli, come i fisici, possono essere supportati, ma gli llm non li aiuteranno nella supervisione e nel coordinamento di chi raccoglie dati: questi compiti non sono gestibili dalla tecnologia” afferma Mercorio.
“Ogni volta che ci sono task relazionali o che richiedono intelligenza emotiva, l’AI generativa, come anche la robotica, per ora non portano alcun miglioramento”, spiega Mercorio. L’esperto parla poi della figura del giornalista: “Gli llm possono aiutarlo a elaborare grandi quantità di dati testuali, email e articoli, e a identificare potenziali fonti ma la natura complessa e sfumata delle relazioni umane, la fiducia e la comunicazione continua richieste dalla professione lasciano questo compito principalmente un’attività umana”, si legge nello studio.
L’esperto spiega: “Dobbiamo iniziare a pensare a cosa facciamo e come, la qualifica che ci assegniamo è solo una conseguenza delle nostre azioni quotidiane e può cambiare nel tempo. Le nuove tecnologie stanno logorando le professioni da dentro, task dopo task. Solo imparando a integrarle in modo efficace, non si perderà il lavoro”. Le aziende “per gestire al meglio le risorse umane e riconoscere quali posizioni hanno un bisogno più urgente di supporto per gestire l’AI e le altre innovazioni. È nel loro interesse, per ottimizzare sforzi e investimenti di formazione e upskilling”, continua.