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La rete tra opportunità di sviluppo e minaccia per il processo democratico

Sino a qualche tempo fa il continente africano non destava particolare interesse da parte di carriers e cloud providers, restando a tutti gli effetti escluso dall’enorme sviluppo di opportunità offerto dalla rete.

La crescita dei dati in Africa è esplosa precedentemente alla pandemia e il 2020 ha rappresentato l’anno della svolta grazie a Facebook che, con un investimento iniziale di un miliardo di dollari, sta realizzando il progetto per la posa di un cavo sottomarino che, con i suoi 37.000 km circonderà l’Africa fornendo quasi tre volte la capacità di rete complessiva di tutti i cavi sottomarini che servono oggi il continente.

Sino ad oggi solo un quarto della popolazione locale è connessa ad Internet ma, grazie al nuovo anello, gli 1,3 miliardi di abitanti potranno beneficiare dei servizi di connettività.

Immagine | Pixabay @Lucent_Designs_dinoson20

2Africa e la svolta nella rete

Il cavo sottomarino è chiamato 2Africa e, per la prima volta, servirà l’intero territorio.

E’ notizia recente che, con ulteriori investimenti, l’estensione verrà incrementata a 45.000 km, una distanza superiore alla circonferenza terrestre. Un traguardo importante anche per l’Italia che vede il litorale di Sturla (GE) quale primo del 46 punti di atterraggio del cavo.

Una apposita sezione del progetto, denominata “Pearls”, connetterà India, Pakistan, Iraq e Arabia Saudita, oltre ai già previsti Medio Oriente ed Europa.

Il lancio è previsto per il quarto trimestre del 2023 e già si prevede il fiorire di nuovi interessanti piani di sviluppo.

I principali investitori sono Equinix, China Mobile, MTN, Meta Platforms (ex Facebook), Orange, Center3 (ex STC), Telecom Egypt, Vodafone e West Indian Ocean Cable Company.

Facebook files e la mossa di Meta

Mentre Meta già fiuta una enorme crescita di utenti, l’opinione pubblica valuta aspetti negativi, vedendo a rischio il processo democratico con diffusione di disinformazione.

Voci che trovano fondamento nei contenuti dei cosiddetti “Facebook files”, una selezione di documenti interni alla azienda, già pubblicati dal The Wall Street Journal, che rivelano l’impatto non proprio positivo del social network sulla collettività.

Immagine | Pixabay @Pixaline

Per fare un esempio, dai files è emerso che, nel 2018, Facebook ha aggiornato l’algoritmo del news feed “Friends and Family” al fine di amplificare il coinvolgimento tra gli utenti e ridurre la discussione politica, che era diventata un elemento sempre più divisivo nell’app. Facebook lo ha fatto assegnando un punteggio per diversi tipi di coinvolgimento con i post.

Mentre il mondo si divide e con la minaccia latente di azioni di guerra ai danni dei cavi sottomarini, Meta tira dritto e pensa ai nuovi sviluppi anche quale metodo di contrasto alle difficoltà che sta incontrando nel vecchio continente.

Marco Marra

Appassionato di tecnologia ed esperto di Cyber Security con molti anni di esperienza nella prevenzione e gestione delle minacce cibernetiche. Altamente qualificato grazie alla continua formazione tecnica ed alle innumerevoli collaborazioni su progetti di sicurezza di importanti dimensioni in aziende italiane e multinazionali. Costantemente impegnato in attività di hacking etico e nella progettazione di sistemi di difesa Cyber Fisici

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