Un sondaggio su Zenodo, riportato da Nature, ha raccolto le opinioni di 4.260 ricercatori in AI. Il 54% crede che l’AI porterà più benefici che rischi
Recentemente, un sondaggio condotto sulla piattaforma Zenodo e riportato in un articolo della rivista Nature ha offerto uno spaccato interessante sulle opinioni di un ampio gruppo di esperti nel campo dell’intelligenza artificiale (AI). Il sondaggio ha coinvolto 4.260 ricercatori provenienti da Stati Uniti, India, Cina e altri paesi, i quali sono stati interrogati riguardo ai benefici e ai rischi associati alla tecnologia generativa. I risultati mostrano un’ottimistica predisposizione tra gli scienziati, con il 54% di loro convinto che l’AI apporterà più vantaggi che svantaggi. Questo dato contrasta notevolmente con il solo 13% della popolazione britannica che condivide la stessa visione, secondo un’indagine condotta dall’Ufficio Nazionale di Statistica del Regno Unito.
L’ottimismo degli esperti è accompagnato da una certa cautela. Infatti, meno di un terzo dei ricercatori intervistati ritiene che lo sviluppo della tecnologia debba avvenire con rapidità. Molti di loro propongono un approccio più prudente, volto a ridurre i potenziali rischi legati all’uso dell’AI. Tra i rischi più citati vi è la diffusione di disinformazione, con il 77% dei ricercatori e il 68% del pubblico concordi nel ritenere che l’AI possa contribuire alla circolazione di informazioni false. Un altro aspetto preoccupante riguarda l’utilizzo dei dati personali: il 65% degli scienziati e il 71% del pubblico esprimono preoccupazione per il fatto che le aziende tecnologiche possano utilizzare dati senza il consenso degli individui.
La questione dell’utilizzo dei dati personali è particolarmente delicata. Solo il 25% dei ricercatori ritiene che le aziende dovrebbero poter utilizzare dati pubblicamente disponibili senza alcuna restrizione. Quasi la metà degli intervistati sottolinea l’importanza di ottenere un consenso esplicito da parte degli individui per l’uso dei propri dati, una posizione che si oppone ad alcune proposte legislative, come quella del Regno Unito, che mira a semplificare l’uso dei dati per l’addestramento dell’AI.
Nonostante le preoccupazioni, i potenziali vantaggi dell’AI sono evidenti e condivisi dalla maggior parte degli esperti. Un sorprendente 75% dei ricercatori è convinto che l’AI aumenterà l’accesso all’istruzione, abbattendo le barriere tradizionali e permettendo a più persone di accedere a risorse educative di qualità. Inoltre, il 57% degli intervistati prevede che l’intelligenza artificiale possa migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria, rendendo le cure più accessibili e personalizzate. Questi punti di vista suggeriscono una visione complessa e sfumata del futuro, in cui i progressi tecnologici devono essere gestiti con attenzione per garantire che i benefici superino i rischi.
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