L’Intelligenza artificiale è nata soprattutto per supportare l’uomo nello svolgimento di compiti noiosi, lunghi e ripetitivi, permettendogli così di risparmiare tempo e dedicarsi ad attività più stimolanti, come il disegno e la scrittura creativa. Nel corso dell’ultimo anno è però emersa una situazione abbastanza diversa rispetto alle aspettative. Per quanto l’Intelligenza artificiale sia effettivamente usata per svolgere calcoli complessi in pochissimi secondi e semplificare altre procedure impegnative, il suo utilizzo nel campo artistico è stato altrettanto diffuso. Tramite algoritmi con Midjourney e DALL·E 2 sono state realizzate delle opere paragonabili a dei quadri e spesso difficili da distinguere dall’operato dell’uomo (sul quale l’Ia si basa, a conti fatti).
L’intelligenza artificiale non è ancora perfetta al 100% e alcuni piccoli difetti permettono a un occhio esterno di riconoscere i lavori generati a partire da un prompt, ma il gap si sta assottigliando sempre di più, tanto che negli Stati Uniti un intero contest dedicato alle copertine dei romanzi fantasy e fantascientifici è stato rovinato dall’uso di un algoritmo.
Il concorso in questione, chiamato Self-Published Fantasy Blog-Off (SPFBO), è stato vinto dalla copertina realizzata da Sean Mauss per il libro “Bob the wizard” di M.V. Prindle. La cover ha conquistato tutti, grazie al suo stile particolare e all’uso sapiente di pochi colori: bianco, nero e varie sfumature di grigio. All’inizio nessuno ha messo in dubbio la legittimità dell’opera di Mauss, ma poi qualcuno ha iniziato a metterla in discussione. Per confutare le accuse, l’artista ha fornito alcuni file di Photoshop che avrebbero dovuto dimostrare la paternità dell’opera, ma che hanno ottenuto l’effetto opposto a quello sperato. Alcuni utenti di Twitter, infatti, sono riusciti a risalire a immagini contenute negli archivi di Midjourney e hanno riscontrato la presenza di elementi grafici identici a quelli presenti nella cover. Il regolamento del concorso vietava l’uso dell’intelligenza artificiale pe realizzare le copertine, quindi è scattata subito la squalifica. Inoltre, il promotore del SPFBO ha annunciato che in futuro non si svolgeranno altre edizioni del contest. Il rischio che si verifichino altre situazioni simili è troppo alto, soprattutto perché distinguere tra il “vero” e il “falso” sta diventando sempre più complicato.
Il problema riguarda in piccola parte anche la scrittura dei testi, campo in cui però l’intelligenza artificiale ha fatto molti meno passi in avanti. Riconoscere un libro generato da un algoritmo è ancora piuttosto facile, ma questo non impedisce comunque a centinaia di aspiranti “scrittori” di fare un tentativo. Negli Stati Uniti, alcune case editrici si sono ritrovate sommerse da storie create dall’Intelligenza artificiale, tutte di basso livello. Il processo di selezione dei manoscritti, già un po’ farraginoso, ha così subito ulteriori rallentamenti.
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