“Se un giorno i sistemi di IA potessero pensare come gli umani, ad esempio, sarebbero anche in grado di avere esperienze soggettive come gli umani? Sperimenterebbero sofferenza e, in tal caso, l’umanità sarebbe attrezzata per prendersi cura di loro in modo adeguato?” si sono chiesti alcuni esperti
Cosa succederebbe se l’intelligenza artificiale sviluppasse una coscienza? Potrebbe sembrare un’ipotesi impossibile, ma mentre molti vedono l’IA come uno strumento al servizio dell’uomo, la possibilità che i sistemi di IA diventino coscienti sta guadagnando attenzione, sollevando interrogativi su etica e responsabilità. Alcuni esperti hanno affermato che esiste una possibilità realistica che alcuni sistemi di IA saranno coscienti nel prossimo futuro. “Questa non è fantascienza o un futuro lontano. È un problema per il prossimo futuro e le aziende di IA e altri attori hanno la responsabilità di iniziare a prenderlo sul serio“, si legge in uno studio pubblicato su Nature.
La rapidità con cui l’IA sta evolvendo è stupefacente. Negli ultimi anni, assistiamo a progressi che sembrano superare le tradizionali aspettative sulla tecnologia. Sistemi piuttosto avanzati sollevano interrogativi sul confine dell’IA. Secondo Blake Lemoine, un ingegnere di Google, i comportamenti dei modelli linguistici complessi potrebbero celare un lato senziente. Nonostante i dibattiti, diversi esperti affermano che un giorno l’IA potrebbe raggiungere un livello di “coscienza“, non troppo diversa da quella umana. Filosofi e ricercatori, come Anil Seth dell’Università del Sussex, avvertono che non possiamo ignorare la possibilità che l’IA sviluppi una propria percezione del mondo.
Un gruppo di filosofi e informatici ha pubblicato un rapporto invitando le aziende tecnologiche a testare i propri sistemi per verificare l’ipotesi. “Raccomandiamo tre primi passi che le aziende di IA e altri attori possono intraprendere: riconoscere che la coscienza dell’IA è un problema importante (e garantire che gli output del modello linguistico facciano lo stesso), iniziare a valutare i sistemi di IA per prove di coscienza e preparare politiche e procedure per trattare i sistemi con un livello appropriato“, si legge. “C’è un’incertezza su queste possibilità, ma dobbiamo migliorare la nostra capacità di prendere decisioni giuste su questo problema. Altrimenti c’è un rischio significativo che gestiremo male le decisioni dell’IA“, continua il rapporto.
“Se un giorno i sistemi di IA potessero pensare come gli umani, ad esempio, sarebbero anche in grado di avere esperienze soggettive come gli umani? Sperimenterebbero sofferenza e, in tal caso, l’umanità sarebbe attrezzata per prendersi cura di loro in modo adeguato?” si sono chiesti alcuni esperti.
Anil Seth, un ricercatore dell’Università del Sussex a Brighton ha dichiarato: “Questi scenari potrebbero sembrare stravaganti, ed è vero che l’IA cosciente potrebbe essere molto lontana e potrebbe anche non essere possibile, ma non dovremmo ignorare la possibilità“.
Jonathan Mason, un matematico di Oxford sostiene che sviluppare metodi per valutare i sistemi di intelligenza artificiale per la coscienza dovrebbe essere una priorità. “Non sarebbe sensato far sì che la società investa così tanto in qualcosa e diventi così dipendente da qualcosa di cui sappiamo così poco, da non renderci nemmeno conto che abbia una percezione“, afferma.
La “coscienza emotiva” dell’IA potrebbe portare a una nuova dimensione nella relazione tra uomo e macchina, sebbene la questione su come le macchine possano “provare” emozioni rimanga ancora aperta.
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