Scopri come l’app MeowTalk interpreta i miagolii dei gatti per aiutare i proprietari a capire i loro bisogni
Capire i bisogni di un gatto può essere semplice, ma anche complesso. Per esempio, quando la mia gatta soriana di sette anni, Ophelia, miagola insistentemente davanti alla ciotola vuota all’ora dei pasti, è ovvio: ha fame. Tuttavia, ci sono altre occasioni in cui i suoi miagolii sembrano misteriosi, come se volesse dirmi qualcosa di specifico che però sfugge alla mia comprensione.
L’intelligenza artificiale può decifrare i miagolii del gatto?
A questo proposito, due informatici di Bellevue, Washington, Sergei Dreizin e Mark Boyes, hanno deciso di affrontare questa sfida creando un’applicazione. Entrambi lavorano per Akvelon, una società di sviluppo software, e hanno sviluppato “MeowTalk“, un’app che ha l’obiettivo di “offrire ai proprietari di gatti strumenti migliori” per interpretare le esigenze dei loro felini. Dreizin spiega che i gatti possiedono un vocabolario e che imparare a comprenderlo è possibile, se si presta attenzione.
L’app MeowTalk è gratuita e funziona registrando i miagolii del gatto, per poi tentare di tradurli in semplici frasi, come “Dammi da mangiare!” o “Sono annoiato“. Gli utenti possono valutare l’accuratezza delle traduzioni, contribuendo così a migliorare il modello di interpretazione dell’app. Rilasciata nel novembre 2020, l’app ha già raggiunto i 20 milioni di download, e Dreizin stima che abbia analizzato oltre un miliardo di miagolii. Ironizza persino dicendo: “Siamo i più grandi archivisti di miagolii nell’intera galassia“.
MeowTalk fa parte di una nuova serie di tecnologie progettate per aiutarci a capire meglio i nostri animali domestici. Un altro esempio di queste tecnologie è FluentPet, un sistema che permette al gatto di premere dei pulsanti per comunicare specifiche esigenze, come chiedere di giocare.
Non tutti gli esperti sono però convinti dell’accuratezza di questi strumenti. Charlotte de Mouzon, comportamentista e specialista di comunicazione animale all’Università di Parigi Nanterre, non è del tutto convinta della precisione di MeowTalk. Tuttavia, crede che qualsiasi strumento che aiuti i proprietari a prestare più attenzione ai loro animali sia positivo. “Se le persone si divertono con l’app, potrebbero diventare più attente ai loro gatti,” afferma.
I gatti comunicano utilizzando tutti e cinque i sensi e con diverse modalità. Per esempio, gli odori rilasciati nell’urina e negli oli della pelle trasmettono informazioni importanti ad altri gatti, come il sesso e lo stato di salute. Il linguaggio del corpo è un’altra forma di comunicazione: un gatto che mostra il pelo arruffato e la schiena arcuata esprime paura, mentre orecchie in avanti e coda ondeggiante indicano tranquillità e attenzione.
Quando si tratta di comunicazione vocale, i gatti limitano il loro repertorio a suoni come sibili e ringhi per difendere il territorio o per risolvere dispute. È interessante notare che i gatti adulti non miagolano tra di loro: questa vocalizzazione è esclusivamente riservata agli esseri umani. Jennifer Vonk, psicologa dell’Oakland University, spiega che i miagolii hanno una funzione pratica e che, sebbene semplici, noi umani non siamo sempre abili a interpretarli come lo sono i gatti nel capire i nostri segnali.
In uno studio del 2023, de Mouzon e i suoi colleghi hanno rilevato che molti proprietari non riconoscono quando il loro gatto è a disagio. Prendiamo, ad esempio, le fusa: anche se i gatti le fanno spesso quando sono rilassati, possono farle anche in momenti di disagio o dolore.
La curiosità è alla base di MeowTalk. Dreizin e Boyes, durante la fase di ricerca dati, hanno scoperto uno studio del 2019 secondo il quale i miagolii dei gatti condividono alcune caratteristiche comuni. I ricercatori avevano registrato i miagolii di 21 gatti adulti in tre situazioni diverse: in attesa di cibo, mentre venivano spazzolati e da soli in un ambiente sconosciuto. Ciascuno di questi scenari ha prodotto un tipo di miagolio che il programma di analisi audio poteva riconoscere e classificare.
Con questa base di dati, i fondatori di MeowTalk hanno addestrato l’intelligenza artificiale dell’app, utilizzando decine di migliaia di registrazioni di miagolii per perfezionare il modello. Questa tecnologia ha dato buoni risultati: uno studio del 2021 ha dimostrato che MeowTalk può classificare nove frasi feline con un’accuratezza del 90%.
Tuttavia, Dreizin e Boyes sono i primi a riconoscere che il sistema non è perfetto. Anche Vonk e de Mouzon concordano su questo punto. Entrambe hanno provato MeowTalk sui propri gatti, ma con risultati contrastanti. Ad esempio, l’app ha interpretato uno dei miagolii dei gatti di de Mouzon come “ti amo“, cosa che la ricercatrice ha trovato inappropriata, poiché il gatto stava solo chiedendo cibo. “Ci sono molte informazioni mancanti,” commenta de Mouzon, ricordando che il contesto è essenziale per interpretare correttamente i miagolii.
Vonk è ugualmente scettica su FluentPet. A suo parere, i gatti sanno già comunicare le loro necessità ai loro proprietari, e chiedere loro di premere pulsanti aggiunge una complicazione inutile. Secondo Vonk, basta prestare attenzione ai segnali fisici e vocali del gatto per ottenere molte informazioni.
In definitiva, ci saranno sempre momenti in cui i miagolii del gatto ci lasceranno perplessi, e va bene così. La comunicazione è un processo di apprendimento reciproco tra ogni gatto e il suo proprietario. De Mouzon conclude che comprendere il linguaggio del proprio animale non è tanto una questione di tecnologia, ma di pazienza e osservazione.