Intelligenza Artificiale

L’IA misura la velocità con cui invecchia il nostro cervello, ecco come

È stato sviluppato un nuovo modello di intelligenza artificiale capace di misurare la velocità di invecchiamento del cervello in modo non invasivo, utilizzando la risonanza magnetica. Questo sistema promette di prevenire e trattare precocemente le demenze, come illustrato in uno studio dell’Università della California meridionale

Recentemente, un team di ricercatori dell’Università della California meridionale ha sviluppato un innovativo modello di intelligenza artificiale (IA) in grado di misurare la velocità con cui invecchia il cervello umano. Questo sistema, non invasivo, si basa sull’analisi dei cambiamenti neuroanatomici nel tempo, utilizzando dati provenienti da risonanze magnetiche (RM) effettuate su individui adulti. La ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dell’invecchiamento cerebrale e potrebbe avere implicazioni importanti per la prevenzione e il trattamento precoce di demenze e declino cognitivo.

Un approccio innovativo

A differenza delle metodologie tradizionali, che stimano l’età biologica del cervello partendo da un’unica risonanza magnetica, il nuovo modello di IA analizza i risultati di più risonanze effettuate sullo stesso soggetto a intervalli di tempo diversi. Questa tecnica consente di monitorare in modo più accurato i cambiamenti nel cervello, permettendo di identificare segni di invecchiamento accelerato o rallentato. I ricercatori hanno utilizzato i dati di oltre 3.000 adulti cognitivamente sani per addestrare e validare la rete neurale, garantendo così un alto livello di affidabilità nel rilevare i segni precoci di declino cognitivo.

Una delle scoperte più interessanti emerse dallo studio è la capacità del modello IA di correlare i risultati dell’invecchiamento cerebrale con i risultati di test cognitivi ripetuti nel tempo. Paul Bogdan, ingegnere e coautore dello studio, ha affermato che “l’allineamento di queste misure con i risultati dei test cognitivi indica che il sistema può fungere da biomarcatore precoce del declino neurocognitivo“. Questo è un punto cruciale, poiché la diagnosi precoce di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer è fondamentale per la gestione e l’intervento tempestivo.

Inoltre, la ricerca ha rivelato che l’IA è in grado di identificare le diverse velocità di invecchiamento nelle varie regioni del cervello. I risultati hanno mostrato che alcune aree cerebrali invecchiano in modo diverso tra uomini e donne, suggerendo che potrebbe esserci una base biologica per la disparità di genere nella suscettibilità alle malattie neurodegenerative. Ad esempio, le donne tendono ad avere una maggiore probabilità di sviluppare l’Alzheimer, e questo potrebbe essere correlato a differenze nel modo in cui il loro cervello invecchia rispetto a quello degli uomini.

Implicazioni future

La possibilità di utilizzare un modello di intelligenza artificiale per monitorare l’invecchiamento del cervello potrebbe rivoluzionare il modo in cui i medici e i ricercatori approcciano la salute cerebrale. Attualmente, la diagnosi di demenza è spesso tardiva, il che limita le opzioni di trattamento e gestione. Con strumenti come questo, è possibile intervenire in modo proattivo, sviluppando strategie di prevenzione personalizzate e mirate.

L’IA offre anche la prospettiva di un’analisi più approfondita e su larga scala dei dati neuroanatomici, permettendo di esplorare ulteriormente i fattori di rischio associati all’invecchiamento cerebrale. Ad esempio, lo studio potrebbe essere ampliato per includere variabili come:

  1. Genetica
  2. Stile di vita
  3. Comorbidità

Questi fattori fornirebbero un quadro più completo e integrato del processo di invecchiamento.

Redazione

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