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Netflix usa l’intelligenza artificiale in un anime: la rabbia degli addetti ai lavori

Polemiche in Giappone per un anime prodotto da Netflix con l’uso dell’intelligenza artificiale. I fondali su cui si muovono i personaggi del cortometraggio, diretto da Ryotaro Makihara, sono stati realizzati grazie agli algoritmi dell’intelligenza artificiale.

L’anime The Dog and the boy

L’anime Dog and boy, fa sapere Netflix Giappone, che ha diffuso il corto sul proprio profilo Twitter, è un progetto congiunto di Netflix Anime Creators Base, dello sviluppatore di tecnologia Rinna Inc. e di Wit Studio, studio di animazione fondato nel 2012 come filiale di IG Port che ha lavorato, tra i titoli più famosi, anche a L’attacco dei giganti e Spy X Family. Rinna Inc. invece è una società specializzata nella realizzazione di grafiche generate con l’intelligenza artificiale, mentre Netflix Anime Creators Base è lo studio con sede a Tokyo creato dal colosso dello streaming con l’obiettivo di potenziare la produzione di anime attraverso nuovi strumenti e metodi.

Screenshot “The Dog anche the Boy”

Le fasi di lavorazione

Netflix ha voluto renderci partecipi del processo di produzione seguito mostrando, nei titoli di coda del cortometraggio, le fasi di realizzazione di uno degli sfondi che compaiono nel film, un paesaggio innevato. Nella sequenza si vede prima il layout della tavola, disegnato a mano, e poi i due step successivi in cui lo schema dell’immagine di partenza viene definito nei dettagli dall’intelligenza artificiale. Infine si ha l’immagine di sfondo finale, rivista da occhio umano.

La storia

Il cortometraggio, lungo circa tre minuti, parla dell’amicizia tra un cane robot e il bambino che lo adotta. I due crescono insieme in un futuro distopico, in cui paesaggi bucolici si contrappongono alle immagini crude della città, fino al finale struggente che non vi sveliamo. Paesaggi appunto – d’inverno pieni di neve e in primavera pieni di ciliegi fioriti – resi dall’intelligenza artificiale con toni pastello e in uno stile acquerello che ricorda (alla lontana) alcuni lavori del maestro Miyazaki. Anche le musiche che accompagnano lo spettatore sono state realizzate utilizzando un codice ai.

Le critiche

“Come sforzo sperimentale per aiutare l’industria degli anime, che ha una carenza di manodopera, abbiamo utilizzato la tecnologia di generazione delle immagini per le immagini di sfondo”: così Netflix Giappone, nel diffondere il video su Twitter, ha spiegato la scelta di ricorrere all’arte generata dall’intelligenza artificiale. Uno “sforzo” però che gli addetti ai lavori non hanno affatto apprezzato. L’accusa ovviamente è di sfruttare gli algoritmi non per far fronte a una carenza di personale bensì per tagliare i costi evitando di pagare la manodopera. Le polemiche riguardano anche i titoli di coda, in cui non vengono menzionati gli artisti che hanno lavorato alle immagini di sfondo: si parla solo di “AI + human”, una dicitura che contribuisce all’impressione di voler svalutare il lavoro dell’artista.

Screenshot “The Dog anche the Boy”

Un’industria in crisi?

Critiche feroci dovute anche allo stato in cui versa l’industria degli anime: nonostante il boom di richieste degli ultimi anni, dovuto anche alle piattaforme di streaming, le retribuzioni degli illustratori restano bassissime: secondo il New York Times nel 2021 un illustratore guadagna 200 dollari al mese. La carenza di manodopera a cui Netflix Giappone fa riferimento sarebbe quindi dovuta all’impossibilità, per molti animatori, di vivere della propria arte.

Redazione Cryptohack

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