Tra le tante tecnologie alle quali Elon Musk ha dedicato tempo e soldi nel corso degli anni, Neuralink è senz’altro una delle più particolari e controverse. Si tratta di chip da impiantare nel cervello e capaci di comunicare con l’organo stesso (brain-machine interface BMI), che potrebbero essere usati per trattare disabilità motorie e condizioni mediche come il morbo di Parkinson e altre patologie neurologiche. Finora la sperimentazione era stata condotta solo sugli animali, non senza controversie, ma ora la Food and Drug Administration ha dato il via libera anche ai test sull’uomo.
Le tempistiche hanno dato ragione a Elon Musk che sei mesi fa, nel corso dell’evento “show and tell” aveva parlato di un possibile via libera della FDA entro sei mesi, perché quasi tutta la documentazione necessaria era già stata inviata. Secondo quanto affermato da alcuni ex dipendenti di Neuralink, le preoccupazioni più grandi dell’ente regolatore riguardavano la batteria al litio del dispositivo, soprattutto per quanto riguarda la capacità di ricarica transdermica, il cui malfunzionamento potrebbe mettere a rischio il tessuto circostante. Un altro fattore di preoccupazione era il rischio di possibili danni dovuti ai fili che rendono possibile il collegamento dell’impianto neurale. Le informazioni contenute nella documentazione fornita da Neuralink devono essere state sufficienti a tranquillizzare la FDA e indurla a dare il via libera all’importante fase di sperimentazione della nuova tecnologia.
Per iniziare i test sull’uomo saranno probabilmente necessari ancora alcuni mesi (come minimo), ma intanto Neuralink può preparare il terreno per i passi successivi, che avranno un’importanza cruciale nell’economia globale del progetto. Su Twitter, la società ha parlato di un risultato incredibile, ottenuto grazie alla stretta collaborazione alla FDA. Ha poi sottolineato che per il momento il reclutamento per la sperimentazione clinica non è ancora aperto e che nel prossimo futuro saranno annunciate altre informazioni in merito.
Finora la controversia principale legata a Neuralink riguarda i test portati avanti sugli animali. Secondo alcuni dipendenti, infatti, la compagnia avrebbe portato avanti la sperimentazione troppo velocemente, causando sofferenze inutili e portando vari esemplari alla morte. Nel complesso, dall’inizio della sperimentazione avrebbero perso la vita circa 1.500 animali, tra cui più di 280 pecore, maiali e scimmie.
Inoltre, il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha accusato Neuralink di trasportare degli impianti cerebrali contaminati, potenzialmente pericolosi per l’uomo. I chip in questione, rimossi dal cervello delle scimmie, sarebbero stati contaminati da virus (come quello dell’herpes) e da batteri resistenti agli antibiotici, come gli Stafilococchi e Klebsiella.
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