Meta, nuove tutele per gli adolescenti a partire dai Direct Messages di Instagram

Qualcosa si sta muovendo tra i colossi dei social network per aumentare il livello di sicurezza degli utenti online. Non è un caso che le ultime, recentissime, mosse di Mark Zuckerberg arrivino a pochi giorni di distanza dall’incontro tra il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, e Elon Musk, sul tema della tutela degli utenti di Twitter. Zuckerberg ha infatti pensato di introdurre alcune novità per la sua azienda, per dare maggiore protezione agli adolescenti.

Permesso per connettersi e messaggi di solo testo

Il fondatore di Facebook ha annunciato di stare lavorando a nuovi strumenti per la sicurezza degli adolescenti. La prima mossa dell’azienda è proteggere gli utenti – in particolare i più giovani – da interazioni indesiderate nei direct message (DM) su Instagram. Già da tempo sono previsti avvisi di sicurezza per gli adolescenti che ricevono messaggi da adulti che hanno mostrato un comportamento potenzialmente sospetto. Inoltre, è vietato per le persone di età superiore ai 19 anni inviare messaggi privati agli adolescenti che non fanno parte della loro rete di amicizie. “Ora – spiegano da Meta – stiamo testando dei nuovi strumenti per limitare il modo in cui le persone possono interagire e inviare messaggi ad altre persone che non le seguono“.

Mark Zuckerberg all'interno di un appartamento con vista mare
Foto | EPA/META – cryptohack.it

Nello specifico, sono due gli interventi attualmente sotto studio:

  • il primo renderà necessario inviare una richiesta per ottenere il permesso a connettersi e a inviare un messaggio a qualcuno che non ti segue. Sarà possibile inviare una sola richiesta alla volta e finché il destinatario non accetterà l’invito non sarà possibile inviarne altre;
  • in secondo luogo, queste richieste di messaggi, saranno limitate a contenuti di solo testo, in modo che le persone non possano inviare foto, video o messaggi vocali, né effettuare chiamate finché il destinatario non avrà accettato il loro invito a chattare.

Già dalle prossime settimane sarà disponibile per tutti la nuova la modalità “non disturbare”. Attivandola cambierà lo stato di attività del profilo, non si riceverà alcuna notifica e verrà inviata una risposta automatica quando qualcuno invia un DM.

Per incoraggiare gli adolescenti a gestire bene il loro tempo su Facebook e Instagram, Meta ha anche introdotto lo strumento “Prenditi una pausa”: gli utenti in questione riceveranno una notifica dopo 20 minuti di attività sui social che li inviterà a disconnettersi dall’app e a stabilire dei limiti di tempo giornalieri. “Stiamo valutando anche un nuovo sistema di notifiche su Instagram – spiega l’azienda – che suggerirà agli adolescenti di chiudere l’app se stanno guardando dei Reels di notte“.

Colossi social Usa sorvegliati speciali dall’Ue

Tutto questo arriva a pochi giorni di distanza dalla missione del commissario europeo Thierry Breton in Silicon Valley e dall’incontro con l’imprenditore e tycoon statunitense Elon Musk per discutere – alla luce della nuova legge sui servizi digitali approvata in Unione europea, Digital Services Act (DSA) – della moderazione dei contenuti su Twitter, ora nelle mani proprio di Musk.

Primo piano del commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton
Foto | EPA/LUDOVIC MARIN – cryptohack.it

Le aziende americane sono “le benvenute in Europa“, purché rispettino le “regole” e le “condizioni“, aveva dichiarato Breton in vista dell’incontro con la Ceo di Twitter Linda Yaccarino. Per il commissario ci sarebbe in programma anche una riunione con Zuckerberg e – viene da pensare – forse proprio per questo e per la possibilità che, come Twitter, anche Facebook e Instagram vengano sottoposte allo “stress test” dell’Ue, il proprietario di Meta ha voluto spingere sui nuovi interventi alle piattaforme.

Il testo del DSAconsacra il principio che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online. Mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali e a garantire la tutela dei diritti fondamentali degli utenti”, aveva dichiarato l’Ue dopo l’approvazione.

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