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OpenAI ha reso disponibile uno strumento per riconoscere i testi creati dall’Ia

L’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più abile nel creare contenuti come illustrazioni e testi. Per adesso è ancora possibile riconoscere questi contenuti notando imprecisioni come mani con più dita del normale o tratti somatici poco realistici, ma il divario tra “fatto a mano” e virtuale si sta accorciando sempre di più. Per facilitare la vita agli utenti, OpenAI, organizzazione non a scopo di lucro che porta avanti la ricerca sull’Ia, ha messo a disposizione degli utenti uno strumento che aiuta a distinguere i testi scritti da persone reali da quelli generati da software di intelligenza artificiale come ChatGPT e GPT-3. Si chiama OpenAI AI Text Classifier. Pur avendo un’accuratezza è del 26%, il tool può comunque essere utile per fare delle verifiche, soprattutto se abbinato ad altri metodi.

Parlando con TechCrunch, un rappresentante di OpenAI ha dichiarato che questa prima versione dello strumento è stata resa disponibile per raccogliere dei feedback sui quali basarsi per creare delle soluzioni più efficaci in futuro.

Foto | Pixabay @Gerd Altmann

Com’è stato creato OpenAI AI Text Classifier?

La crescente popolarità delle intelligenze artificiali capaci di generare dei testi ha spinto vari critici a chiedere ai creatori dei software di mitigarne i possibili effetti dannosi. Negli Stati Uniti alcune scuole hanno bannato ChatGPT dai propri network e dispositivi per impedire agli utenti di usarlo per preparare dei temi senza la minima fatica. Inoltre, siti come Stack Overflow hanno scelto di vietare agli utenti di condividere testi realizzati con ChatGPT per evitare di ritrovarsi sommersi da contenuti di questo tipo. OpenAI AI Text Classifier entra in gioco proprio per aiutare a risolvere questi problemi. Si tratta di un algoritmo allenato a riconoscere i pattern dei testi creati tramite l’intelligenza artificiale. Per addestrarlo, OpenAI ha utilizzato 34 sistemi di Ia, creati da cinque organizzazioni differenti (tra cui proprio OpenAI). I testi realizzati dagli algoritmi sono stati affiancati a dei contenuti simili scritti dall’uomo, presi da Wikipedia o da altri siti web, così da permettere al tool di imparare la differenza.

Foto | Pixabay @Pete Linforth

I limiti dello strumento

OpenAI AI Text Classifier funziona solo con testi di una lunghezza di mille caratteri, pari a circa 150-250 parole. Inoltre è incapace di capire se un testo è stato copiato o è farina del sacco dell’autore. Open AI ha sottolineato che lo strumento potrebbe avere difficoltà con testi scritti da un bambino o in una lingua diversa dall’inglese. Al termine della sua valutazione, Classifier fornisce un risultato che indica quanto è probabile che il testo sia stato generato da una Intelligenza Artificiale. I possibili responsi sono: “molto improbabile” (meno del 10% di probabilità che il contenuto sia stato creato da una Ia), “improbabile” (tra il 10 e il 45%), “non chiaro” (tra il 45% e il 90%), “possibile” (tra il 90 e il 98%) e “probabile” (più del 98%).

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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