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OpenAI, Musk è disposto a ritirare l’offerta ma solo ad alcune condizioni

È quanto emerge da un documento depositato in tribunale dal team legale dell’imprenditore sudafricano che in passato ha contribuito alla nascita di OpenAI

Negli ultimi giorni, il mondo della tecnologia è stato scosso da una notizia che ha attirato l’attenzione di investitori, esperti di intelligenza artificiale e appassionati: Elon Musk ha formulato un’offerta di acquisizione per OpenAI, la nota organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale, per un importo stratosferico di 97,4 miliardi di dollari. Questo tentativo di acquisizione non rappresenta solo un episodio di grande rilevanza economica, ma segna anche un capitolo significativo nella storia delle relazioni tra Musk e OpenAI, un’organizzazione che lui stesso ha contribuito a fondare e che, nel corso degli anni, ha visto un’evoluzione delle sue missioni e dei suoi obiettivi.

La risposta di OpenAI all’offerta di Musk

Sam Altman, l’attuale CEO di OpenAI e uno dei fondatori originali, ha prontamente respinto l’offerta, affermando che la società non è in vendita. Tuttavia, ciò non implica la definitiva chiusura del capitolo riguardante la proposta di Musk. Il consiglio di amministrazione di OpenAI, che è rimasto in gran parte allineato con Altman, ha ribadito la propria posizione contraria alla vendita. Ciò che rende la situazione ancora più complessa è il contesto di tensione e disaccordo che ha caratterizzato il rapporto tra Musk e OpenAI, specialmente in relazione ai cambiamenti nella missione dell’organizzazione.

La storia di Musk con OpenAI

  • Co-fondazione: Musk ha co-fondato OpenAI nel 2015, ricoprendo inizialmente il ruolo di co-presidente insieme a Altman;
  • Allontanamento: Nel 2018, Musk si è ritirato dalla governance di OpenAI, citando preoccupazioni relative a potenziali conflitti di interesse, poiché Tesla stava sviluppando tecnologie di intelligenza artificiale per la guida autonoma;
  • Causa legale: Nel giugno 2022, Musk ha avviato una causa legale contro OpenAI e Altman, accusando l’organizzazione di aver distolto la propria attenzione dalle sue origini nobili per concentrarsi su obiettivi di profitto.

Anche se la causa è stata ritirata, le tensioni tra le parti sono rimaste vive, specialmente quando sono emerse voci riguardo a un possibile passaggio di OpenAI a un modello di business for-profit. Questi cambiamenti hanno riacceso le preoccupazioni di Musk, che ha sempre sostenuto che l’intelligenza artificiale deve essere sviluppata con la massima attenzione agli impatti sociali e etici.

Le condizioni di Musk

Recentemente, il team legale di Musk ha presentato un documento legale in tribunale nel quale l’imprenditore dichiara che sarebbe disposto a ritirare la sua offerta di acquisizione se OpenAI accettasse alcune condizioni, in particolare quella di mantenere il suo status di organizzazione senza scopo di lucro. Questa condizione evidenzia l’importanza che Musk attribuisce alla missione originale di OpenAI, che è stata creata con l’intento di sviluppare tecnologie di intelligenza artificiale in modo sicuro e responsabile. Le voci riguardo alla trasformazione di OpenAI in un’azienda for-profit hanno destato preoccupazione non solo in Musk, ma anche in molti osservatori del settore.

Gli avvocati di OpenAI hanno definito il tentativo di Musk di prendere il controllo dell’azienda “un’offerta impropria per danneggiare un concorrente”. Andy Nussbaum, uno dei legali della compagnia, ha dichiarato che la cifra proposta dal miliardario non attribuisce un valore allo status di organizzazione senza scopo di lucro di Open AI e che quest’ultimo non è in vendita.

Redazione

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