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Cyber Security

“Pezzotto”: quali sono i rischi per chi continua a usare lo streaming illegale?

Il “pezzotto” è un decoder illegale che permette di accedere ai programmi delle TV a pagamento come Sky, Netflix o Dazn. Bisogna chiarire sin da subito che utilizzarlo o trasmettere contenuti pirata con il pezzotto è contro la legge e si rischiano sanzioni salate e persino la reclusione.

Con un comunicato stampa dell’8 dicembre 2023, l’AGCOM ha annunciato che sono stati definiti i requisiti tecnici e operativi per il funzionamento della piattaforma Piracy Shield, con cui vengono bloccati i siti che diffondono illecitamente eventi sportivi live.

Il via c’è stato il 1° febbraio e il banco di prova sarà indubbiamente la giornata di Serie A che vedrà, tra l’altro, il big match tra Inter e Juventus.

La piattaforma promette il blocco degli indirizzi IP dei siti dove si trasmettono contenuti illegali entro mezz’ora dalla scoperta: una vera e propria novità, visto che prima non era possibile.

Che cos’è il pezzotto e come funziona

Il pezzotto è, come detto precedentemente, un decoder illegale con l’utilizzo del quale è possibile visionare programmi che vanno in onda sulle tv a pagamento come Sky, Dazn o Netflix.

Grazie all’utilizzo del sistema IPTV, il segnale dei canali televisivi arriva al decoder pezzotto: il segnale è dunque  trasmesso su una rete informatica.

Che cos’è il pezzotto e come funziona – Pexels @Andrea Piacquadio – Cryptohack.it

Per contrastare questa pratica illegale è stata approvata la legge 14 luglio 2023 n.93, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica.

Con la legge in esame è stato conferito, tra l’altro, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il potere di ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi abusivamente attraverso il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco dell’instradamento del  traffico di rete verso gli indirizzi IP destinati ad attività illecite.

Vengono inoltre previste una serie di sanzioni sia per chi trasmette contenuti pirata, sia per chi li visiona con l’utilizzo del pezzotto: una sanzione fino a 15mila euro e pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni.

Per chi guarda contenuti pirata utilizzando il pezzotto è prevista una sanzione amministrativa di 154 Euro che può arrivare fino a 5000 Euro in caso di recidiva o di fatto grave per la qualità delle violazioni o delle copie acquistate o noleggiate o per la quantità di materiali protetti resi accessibili abusivamente. E’ inoltre prevista la confisca degli strumenti utilizzati per compiere l’attività illecita.

Come funziona la nuova piattaforma anti pirateria

Si tratta di un’infrastruttura creata da una startup milanese e donata dalla Lega Serie A ad Agcom il cui scopo è quello di mettere in contatto tempestivamente i vari soggetti coinvolti, ovvero: i titolari dei diritti degli eventi sportivi, gli operatori, chi riceverà le segnalazioni e chi dovrà provvedere al blocco delle trasmissioni.

Sarà il detentore dei diritti televisivi a dover scovare i siti di streaming illegali e a provvedere alla denuncia. L’alert verrà poi girato ai provider che avranno il compito di oscurare l’indirizzo IP in circa 30 minuti.

Una piattaforma che potrà funzionare solo se si verificheranno determinate circostanze, come l’immediata segnalazione dell’indirizzo, l’immediata risposta e il conseguente immediato blocco.

La vera novità rispetto al passato è che prima non si poteva bloccare un sito a livello IP, cosa che adesso può avvenire e anche con tempestività da parte dei provider.

Certo ci sono dei dubbi sull’effettivo funzionamento della piattaforma e questa prima giornata di Serie A sarà un importante banco di prova.

Innanzitutto c’è da dire che l’onere di scovare i siti illegali e segnalarli è a capo di chi è titolare dei diritti televisivi, nel caso della Serie A Dazn e Sky.

I titolari dei diritti tramite attività di spionaggio deve individuare sul web i siti illegali, analizzarli, trovare gli indirizzi IP e segnalarli dopo aver prodotto delle prove che mostrino il contenuto illegale dello streaming.

Si tratta dunque di una prova minuziosa e al quel punto bisognerà inviare la segnalazione e attendere il blocco: considerando che una partita di calcio dura 90 minuti e che in Europa ci sono anche soggetti poco intenzionati a collaborare, si riuscirà a farlo in tempi rapidi? Inoltre c’è il rischio di andare a inibire indirizzi IP che non svolgono attività illecita.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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Giulia De Sanctis
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