Pirateria, la serie A vuole portare Google in tribunale

La Lega Serie A pronta a fare causa a Google per la mancata rimozione di link pirata: tutela dei diritti sportivi e contrasto alla pirateria digitale

La Lega Serie A è pronta a intraprendere un’azione legale contro Google, accusando la società di non rispettare le normative antipirateria. Secondo la Lega, Google non sta collaborando nella rimozione dai risultati di ricerca di link a siti pirata che permettono agli utenti di guardare le partite di Serie A in modo illegale.

La serie A vuole portare Google per pirateria

Questa azione della Lega si inserisce nell’ambito della piattaforma Piracy Shield, un sistema che richiede a Google di deindicizzare rapidamente i contenuti pirata. Tuttavia, nonostante la Lega Serie A abbia segnalato più di 20.000 siti illegali, Google non ha intrapreso azioni significative per rimuoverli dai suoi risultati di ricerca. Questa inazione ha facilitato l’accesso a contenuti pirata da parte degli utenti, causando danni al campionato.

Pirateria, la serie A vuole portare Google in tribunale
Pirateria, la serie A vuole portare Google in tribunale | Immagine Unsplash @Vienna Reyes – Cryptohack.it

 

Il 7 ottobre, la Lega Serie A ha inviato una diffida formale a Google Ireland, denunciando le mancate azioni contro la pirateria sia durante il campionato dell’anno scorso che nelle prime giornate dell’attuale stagione. La critica della Lega si concentra sulle risposte automatiche che Google fornisce alle segnalazioni, ritenute insufficienti per affrontare un problema di tale portata.

Oltre ai risultati di ricerca, un altro problema riguarda la presenza di app illegali sul Google Play Store che permettono agli utenti di accedere alle partite in streaming senza licenza. Questo fenomeno si verifica in un momento delicato per la trasmissione legale del campionato, già sotto osservazione da parte delle autorità. Infatti, anche DAZN è recentemente finito sotto scrutinio: nelle ultime ore, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha diffidato DAZN per errori commessi sulla piattaforma Piracy Shield. Tali errori hanno causato il blocco di Google Drive per sei ore, creando disagi per molti utenti.

Il commissario dell’AGCOM, Massimo Capitanio, ha commentato che è inaccettabile che, cercando “streaming” su Google, vengano mostrati risultati con numerose applicazioni illegali. Capitanio ha criticato apertamente la presenza di queste app e ha evidenziato come queste violino le stesse policy di Google. Ha dichiarato che, oltre alla rimozione delle app dal Google Play Store, queste dovrebbero anche essere disinstallate dai dispositivi degli utenti. La mancata disinstallazione solleva interrogativi sulla reale volontà di Google di affrontare il problema della pirateria digitale, soprattutto in un contesto in cui molte di queste app generano entrate milionarie attraverso la pubblicità.

Secondo Capitanio, il problema della pirateria richiede un approccio congiunto tra le piattaforme tecnologiche e le istituzioni sportive. È necessario non solo per proteggere i diritti di trasmissione della Serie A, ma anche per garantire un servizio adeguato agli utenti che pagano abbonamenti legali per seguire il campionato.

Il tema della pirateria sportiva, e in particolare quella calcistica, non è nuovo, ma la diffusione di app non autorizzate e siti web che offrono partite in streaming continua a rappresentare una minaccia importante per il settore. Da un lato, gli enti sportivi e le piattaforme di streaming cercano soluzioni tecnologiche e legali per proteggere i propri contenuti, dall’altro, l’accesso a tali contenuti pirata rimane molto semplice per gli utenti grazie a link facilmente reperibili sui motori di ricerca.

In questo contesto, la Lega Serie A insiste sulla necessità di maggiori tutele per gli appassionati di calcio. La frammentazione dell’offerta legale obbliga infatti molti utenti a sottoscrivere più abbonamenti per seguire tutte le competizioni, rendendo la pirateria una tentazione per chi non vuole sostenere tali costi.

In sintesi, la questione sottolinea la crescente necessità di collaborazione tra il settore tecnologico e quello sportivo per garantire una maggiore protezione dei diritti e dei contenuti, contrastando l’espansione della pirateria digitale e migliorando l’esperienza per i fruitori legittimi dei contenuti sportivi.

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