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Quattordici stati degli Stati Uniti hanno fatto causa a TikTok, accusandola di essere nociva per la salute mentale

TikTok potrebbe nuocere alla salute mentale dei giovani e alcuni stati USA hanno deciso di fare causa alla piattaforma 

TikTok in poco tempo è diventata una delle piattaforme social più utilizzate al mondo. Il format di questo social si basa su contenuti video più o meno lunghi e sulla musica collegata a tali contenuti, che consente ad ogni video di viaggiare su corsie preferenziali e generare milioni di interazioni in poco tempo.

L’algoritmo su cui si basa TikTok non solo garantisce di arrivare a un numero impressionante di utenti  pur non essendo famosi o conosciuti, ma personalizza al meglio il feed dell’utente, che si ritrova inglobato e spesso incastrato per intere ore su TikTok senza radersene conto.

Osservato dal punto di vista di TikTok l’algoritmo è sicuramente vincente, ma non si può negare che, specialmente i più giovani, rischiano di rimanere soggiogati oltremisura e perdere intere ore di una giornata sul social, come se fosse una vera e propria dipendenza. 

L’uso massivo e fuori controllo del social ha creato allarmismo specialmente in quattordici Stati USA che hanno addirittura deciso di fare causa alla piattaforma social TikTok.

“Un pericolo per la salute mentale dei giovani”

La motivazione principale che ha mosso 14 stati USA e il District of Columbia, è la salvaguardia della salute mentale degli adolescenti.

Secondo questi Stati, TikTok sarebbe in grado di creare dipendenza e andrebbe addirittura ad agevolare la comparsa di malattia come ansia, depressione e disturbi della personalità.

L’algoritmo di TikTok può generare dipendenza – Unsplash – cryptohack.it

Le denunce sono state depositate, e quindi ufficializzate, nei tribunali di ogni Stato e l’accusato sarebbe proprio l’algoritmo che vi abbiamo descritto poco sopra: uno dei più efficienti e performanti mai creati, ma anche spaventosamente soggiogante.

L’algoritmo e il format di TikTok, che prevede un continuo scorrimento dei contenuti, provocherebbe secondo l’accusa uno stato di trans e una dipendenza difficile da combattere, specialmente per i più giovani. 

L’accusa, quindi, è quella di favorire un utilizzo eccessivo a causa di elementi analitici e strutturali propri dell’app. 

Secondo gli Stati ci sarebbe alla base un’intenzionalità di fondo: gli effetti non sarebbero delle conseguenze negative imprevedibili ma qualcosa che TikTok ha cercato consapevolmente per ottenere il successo che ha riscosso.

TikTok è davvero diverso dagli altri social?

I social network sono tutti strutturati per aumentare il tempo di permanenza dell’utente sulla piattaforma.

Non c’è nessun social che guadagna dall’inattività di un utente, perciò che si tratti di Facebook, Instagram o TikTok l’obiettivo è sempre lo stesso.

Ogni aggiornamento che queste piattaforme sviluppano, è finalizzato ad incentivare l’interazione, per dare agli utenti ciò che vogliono, e tenerli collegati il più a lungo possibile a fruire dei contenuti selezionati per loro. 

L’accanimento nei confronti di TikTok perciò pare paradossale: perché non fare lo stesso discorso per Instagram? Dal momento che si rivolge sempre ad un target molto giovane e tende a instillare problematiche di autostima tanto quanto TikTok?

La risposta che abbiamo provato a darci è che l’elemento differenziante di TikTok sono proprio il tipo di contenuti che risultano ancora più alienanti dei post di Instagram: il format video a scorrimento implica il minimo sforzo di risorse cognitive da parte dell’utente, infatti basta fare swipe con un dito e si può procedere all’infinito, passando da un video all’altro, senza interruzioni. Il video capta l’attenzione più delle immagini, perciò si cade in una sorta di spirale da cui è difficile uscire. 

Social come Instagram presentano una maggiore varietà di contenuti, ovvero i post alternano immagini, video, scritte, perciò lo sforzo cognitivo è leggermente più alto rispetto a TikTok e questo porta ad uscire prima dall’app. Ma anche Instagram ha cercato di seguire la strategia di TikTok implementando i reels e le Stories così da traslare quel format vincente anche al suo interno. 

Cosa si può fare per tutelare la salute mentale dei giovani?

Il problema reale è che l’autocontrollo in giovane età è meno sviluppato rispetto che in età adulta, così come la mente di un adolescente risulta più sensibile e suscettibile a pregiudizi, insicurezze, stereotipi.

Perciò un utilizzo massivo di TikTok può a tutti gli effetti generare nelle menti giovani una dipendenza, un senso di inadeguatezza e favorire lo sviluppo di depressione o ansia.

Per riuscire ad evitare che questo si verifichi andrebbero poste maggiori limitazioni. Instagram lo ha gia fatto, attivando l’account per teenager, che impedirà agli utenti più giovani di trascorrere troppe ore sul social e lo stesso dovrebbe fare anche TikTok, sacrificando parte dei propri guadagni a favore della salute mentale degli utenti più piccoli. 

Non sappiamo a livello legale cosa accadrà, ma per quanto possa sembrare esagerata l’azione intrapresa da questi Stati contro TikTok dobbiamo ricordarci che la tutela del benessere psicologico delle persone deve essere sempre messo al primo posto e se per attirare l’attenzione sul problema si ricorre a fare causa, è comunque un modo per ricordare a tutti quanti quali siano le vere priorità, a TikTok compreso.

Alessia Barra

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