Oggi, 6 febbraio, è la giornata mondiale per la sicurezza in rete. Si tratta di una ricorrenza che ci ricorda quanto possa essere pericoloso il web, specialmente per i bambini a cui viene dato accesso a questo mondo in età sempre più precoce.
L’obiettivo di questa giornata è quello di aumentare la consapevolezza dei pericoli della rete soprattutto per i più piccoli e andare a delineare degli ambienti digitali più sicuri.
In questo articolo, approfondiremo quali sono i dati relativi all’utilizzo di internet e degli smartphone e analizzeremo il tema cyberbullismo.
Successivamente, daremo qualche indicazione per proteggere i bambini dal lato oscuro del web.
Secondo un’analisi condotta da Save The Children, ad oggi viene lasciata troppa libertà ai bambini nel navigare su internet, infatti il 71% di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni utilizza internet tutti i giorni attraverso il proprio smartphone. E il 13,5% del campione fa un uso problematico dei social media.
In più:
Quando parliamo di “internet” ovviamente parliamo anche dell’utilizzo dei social media, un mondo ancora più problematico e variegato, con cui sarebbe meglio familiarizzare “da grandi” per non farsi influenzare negativamente da commenti, contenuti o confronti che possono andare a ledere al benessere psicologico dei più piccoli.
Se pensare che un bambino di 6 anni possa avere libero accesso ai social vi spaventa, considerate che addirittura il 22% dei bambini tra i 2 e i 5 mesi, passa almeno un’ora al giorno davanti allo schermo, anche solo a guardare i cartoni.
Sempre secondo i dati raccolti da Save The Children, l’esposizione precoce di bambini e adolescenti a internet porta con sé delle conseguenze potenzialmente distruttive e la causa principale sembra essere proprio il cyberbullismo.
I dati parlano chiaro: il 14% degli adolescenti è stato vittima, almeno una volta, di episodi di cyberbullismo.
È difficile combattere un nemico invisibile, ed è proprio sull’invisibilità e l’anonimato che molti utenti giocano per tormentare le proprie vittime sui social.
L’elenco delle vittime di internet cresce ogni anno e sono per lo più adolescenti che prendono la drastica decisione di togliersi la vita dopo essere stati perseguitati a lungo sui social media. Questo strumento di interazione digitale così potente, porta con sé lati taglienti che occorre maneggiare con cura e che possono infliggere ferite profonde soprattutto nei più giovani.
In età adolescenziale il confronto con l’altro è essenziale per costruire una propria immagine, è come se da piccoli cercassimo in qualche modo di specchiarci negli altri per poter ricevere in cambio una nostra immagine, una sorta di definizione di ciò che siamo definita dal confronto. Quando però ci si specchia nel mondo di internet, il risultato può essere devastante.
Commenti come “fai schifo”, “ucciditi”, “non vali nulla” digitati senza pensare, possono avere una risonanza enorme nell’animo di un adolescente.
Gli atti di cyberbullismo si verificano principalmente tra gli 11 e i 13 anni e nel 2022 c’è stato un picco di questi episodi, soprattutto in Lombardia, dove le giovani vittime sono il 14% e questi dati sembrano aumentare di anno in anno.
Il mondo dei social ci fa sentire come parte di qualcosa, creiamo relazioni e interazioni con persone anche molto lontane, seguiamo influencer considerandoli alla stregua di amici reali, ma la dimensione della vita vera fugge sempre più lontana: quando un bambino o un adolescente entra nel mondo di internet scopre un rifugio dove socializzare diventa più semplice perché a distanza, e si perde l’abitudine ad interagire con l’altro nella vita vera, dove quella distanza non esiste.
I rapporti umani si disgregano e lasciano posto solo a quelli digitali, isolando così i giovani che non sanno più muoversi nella realtà e possono andare a sviluppare ansia sociale, dipendenza dal gioco online, depressione e un rendimento scolastico scarso.
In più, la dipendenza dalla tecnologia induce un aumento del rischio di obesità e sovrappeso nei più piccoli, che si trovano a stare seduti per ore in balia di uno schermo.
È possibile evitare tutto questo, o la società in cui viviamo è troppo sommersa dal mondo digitale per essere in grado di proteggere i più piccoli? La risposta è una sola: non si può respingere la transizione digitale, ma si possono mettere in pratica delle misure di sicurezza preventive per proteggere le persone, soprattutto se giovani e influenzabili.
Per rendere internet un posto più sicuro bisogna innanzitutto incentivare una maggiore alfabetizzazione digitale, soprattutto a scuola, e rendere i bambini più consapevoli dello strumento che utilizzano tutti i giorni. L’obiettivo non è spaventarli, ma responsabilizzarli già dall’età infantile su un utilizzo adeguato e sicuro dei loro smartphone e social.
Raffaella Milano, Direttrice Programmi e Advocacy Italia-Europa di Save The Children ha dichiarato:
“L’ambiente digitale rappresenta per le giovani generazioni una straordinaria opportunità di abbattimento delle disuguaglianze e di ampliamento degli orizzonti, ma è necessario che tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti siano accompagnati nella acquisizione delle competenze indispensabili per navigare in rete in modo creativo e consapevole”
Considerato che il 95% degli adolescenti italiani possiedono un profilo social, occorre insegnare loro ad utilizzare in modo consapevole internet per proteggersi dal cyberbullismo e tutelare la loro privacy online.
Ecco quali misure di sicurezza mettere in pratica:
In conclusione, internet non è un posto sicuro, proprio come non lo è il mondo in cui viviamo, ma la differenza è che online è più complicato tutelare i più piccoli o gli adolescenti dai disparati pericoli che si nascondono dietro ogni URL o profilo social. Infatti, sono talmente tanti che sarebbe impossibile anche solo pensare di farlo. Ma la soluzione non è neanche vietare loro di utilizzare questi strumenti.
Quello che bisogna fare è non saltare le tappe e aspettare che i bambini crescano a sufficienza da capire quali siano i rischi che sottende il mondo virtuale, e solo in quel momento dare loro uno strumento digitale.
Prevenire è meglio che curare, e quando si tratta di sicurezza online la prevenzione è l’unica cosa che può davvero fare la differenza.
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