Il documentario HBO esplora l’enigma dietro Satoshi Nakamoto, il creatore dei Bitcoin, suggerendo chi potrebbe essere il vero inventore
Il documentario “Money Electric: The Bitcoin Mystery”, prodotto da HBO, ha recentemente attirato grande attenzione, affrontando il mistero legato all’identità del creatore del Bitcoin, noto come Satoshi Nakamoto. Il produttore, Cullen Hoback, ha cercato di fare luce su chi possa celarsi dietro questo pseudonimo, avanzando l’ipotesi che lo sviluppatore canadese Peter Todd possa essere la mente dietro la nascita della criptovaluta.
Il 9 ottobre, Politico ha riportato che Hoback, nel corso delle riprese del suo documentario, ha messo a confronto Todd con Adam Back, uno dei fondatori di Blockstream. Durante l’intervista, vengono presentate prove raccolte da Hoback per suggerire che Todd sia il vero Nakamoto. In una scena finale provocatoria, lo sviluppatore canadese risponde a una domanda diretta affermando: “Sì, sono Satoshi Nakamoto”.
Questa dichiarazione non va però presa come una conferma definitiva. Todd ha infatti spesso utilizzato questa affermazione come un modo ironico per proteggere il diritto alla privacy del vero autore della criptovaluta. È risaputo che in passato Todd ha più volte fatto battute in merito alla questione, suggerendo in tono scherzoso di essere lui l’inventore. Ad esempio, in un episodio del podcast “What Bitcoin Did” del 2019, condotto da Peter McCormack, aveva affermato lo stesso per ironizzare sulle numerose teorie che circolano sull’identità di Nakamoto.
Prima dell’uscita del documentario, Todd ha smentito pubblicamente di essere l’inventore di Bitcoin, sollevando dubbi sull’attendibilità delle conclusioni del regista. Alcuni spezzoni del film erano infatti trapelati prima del lancio, indicando chiaramente che il documentario lo avrebbe associato alla figura di Nakamoto. Successivamente, l’8 ottobre, Todd ha ribadito la sua posizione sui social, affermando senza esitazione: “Non sono Satoshi”, in risposta a un utente che gli chiedeva di chiarire la sua posizione riguardo alle dichiarazioni della HBO.
L’ipotesi di Hoback si basa su un messaggio di chat di Todd, in cui affermava di essere “il principale esperto al mondo su come si sacrificano i propri Bitcoin”, suggerendo che avrebbe in qualche modo rinunciato all’accesso ai fondi accumulati da Nakamoto. Hoback ha interpretato questo come un’ammissione indiretta, insinuando che Todd avrebbe eliminato la possibilità di accedere agli 1,1 milioni di Bitcoin che si pensa siano stati originariamente creati da Nakamoto.
Il Bitcoin fu introdotto nel 2008 da un documento pubblicato su una mailing list dedicata alla crittografia. Intitolato “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”, il whitepaper spiegava il funzionamento di una valuta digitale basata su una rete decentralizzata e protetta tramite blockchain, una sorta di registro condiviso e sicuro. Questa tecnologia ha rivoluzionato il settore finanziario, permettendo transazioni trasparenti e sicure senza intermediari.
Nonostante l’importanza della sua creazione, Nakamoto ha deciso di mantenere il suo anonimato. L’ultima comunicazione ufficiale da parte sua risale al 2011, e da allora, speculazioni e teorie hanno cercato di scoprire chi si celi dietro il suo nome. Vari esperti di criptografia, tecnologia e informatica sono stati indicati nel corso degli anni come possibili candidati, tra cui Elon Musk e Len Sassaman, ma nessuna prova concreta ha mai confermato queste ipotesi.
Un aspetto interessante emerso dal documentario è la riflessione offerta da Todd stesso su perché Nakamoto avrebbe scelto di restare anonimo. Secondo Todd, il motivo potrebbe essere legato alla credibilità del progetto: utilizzando uno pseudonimo, Nakamoto avrebbe voluto garantire che il Bitcoin fosse preso sul serio dalla comunità. Se si fosse saputo che dietro la criptovaluta c’era un giovane inesperto, il progetto non avrebbe ricevuto la stessa attenzione.
L’uscita di “Money Electric: The Bitcoin Mystery” ha riacceso il dibattito sull’identità del creatore di Bitcoin. Sebbene le teorie presentate nel film siano intriganti, non vi sono prove concrete che confermino il coinvolgimento di Todd nella creazione della criptovaluta. Lo stesso sviluppatore ha continuato a negare ogni collegamento, e molti osservatori ritengono che le affermazioni fatte nel documentario siano più una provocazione che una vera e propria rivelazione.
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