Sconnessi Day: una giornata senza internet è possibile?

Tra messaggi, chat, telefonate e mail è impossibile non essere connessi oggi e quando, per un motivo o un altro, lo si è sembra di essere fuori dal mondo, anche se sempre di più viene dimostrato che tutta questa connessione non faccia affatto bene alla salute, soprattutto quella mentale.

Perciò il 22 febbraio si celebra la giornata mondiale della S-connessione, per riscoprire la vita offline stando un giorno intero senza internet.

Solo a pensarlo, oggi, può sembrare un’impresa titanica, eppure è proprio questa la sfida proposta ogni anno dalla giornata: riuscire a trascorrere 24 ore lontano dagli schermi.

Una giornata mondiale per sconnettersi da smartphone e Internet, se non tutto il giorno, almeno per un’ora, dalle 20.30 alle 21.30, per tornare a comunicare con chi ci sta intorno.

Sconnessy Day e il sondaggio di The Fork

Si chiama Sconnessi Day e si celebra il 22 febbraio, ogni anno dal 2018 dopo l’uscita del film Sconnessi di Christian Marazziti, nella quale veniva approfondito con ironia il problema della dipendenza da smartphone e della nomofobia, ossia la paura di restare fuori dal contatto di rete mobile.

Un fenomeno quest’ultimo molto più diffuso di quanto si possa pensare che provoca vere e proprie ossessioni come il terrore che il telefono si scarichi diventando così irraggiungibili. Questo, però, non è solo un problema che riguarda i più giovani, ma anche gli utenti tra i 35 ed i 44 anni, con una media del 93,4%.

Sconnessi day, ecco il giorno in cui staccarsi dalla tecnologia
Sconnessi day, ecco il giorno in cui staccarsi dalla tecnologia – Pexels @Andrea Piacquadio – Cryptohack.it

Come tutte le dipendenze è difficile interromperle e questo succede anche quando si tratta di un giorno solo: questo non significa che non si possa fare, però, soprattutto se il risultato è un beneficio per il nostro cervello.

Le alternative per staccare dalla solita routine digitale sono tante e sono le stesse che si utilizzano per distrarsi e riposarsi dal lavoro o dagli impegni quotidiani.

Da qui è nato un sondaggio di The Fork: in occasione dello Sconnessi Day, la piattaforma leader nella prenotazione dei ristoranti ha indagato l’uso dello smartphone a tavola, rilevando come per il 39% avere in mano il cellulare al ristorante sia un’abitudine.

Secondo i dati raccolti, più della metà degli intervistati (54%) dichiara di distrarsi con il proprio smartphone principalmente per telefonare (23%), controllare i social (17%) e chattare (14%).

C’è anche chi, preso dagli impegni quotidiani, non riesce a staccare la spina e finisce per controllare le mail (6%). E resta ancora diffusa la tendenza di fotografare il cibo, pratica comune al 29% degli intervistati, che non rinuncia poi a condividerle online.

Il 40% degli utenti intervistati ammette di cadere in tentazione per abitudine, e il 18,4% riconosce di cedere immediatamente al vizio appena si verifica un momento meno coinvolgente o di inattività a tavola.

Ma come reagiscono gli altri commensali a questa distrazione continua? A fronte di un 24% che dichiara ormai di non farci nemmeno più caso, c’è una grande maggioranza (70%) che non approva chi è più occupato a controllare il proprio telefono che a interagire con le persone presenti: il 60% dichiara di sentirsi infastidito e il 10% in imbarazzo.

Non solo il piacere della convivialità: quando si utilizza lo smartphone a tavola si perde il gusto del cibo stesso, come dimostrano studi scientifici.

Il sondaggio di TheFork è stato il primo passo per promuovere una iniziativa ad hoc per sensibilizzare le persone sull’importanza del dialogo e della socialità tra le persone a tavola.

S’intitola Ritrova il gusto della conversazione e coinvolge 15 ristoranti nelle città di Milano, Roma e Napoli, i quali, il 22 febbraio, inviteranno i clienti che prenoteranno un tavolo a riporre i propri telefoni all’interno di box dedicate per tutta la durata del pasto.

Milano, si “staccherà la spina” al Bulk Mixology Food&Bar, al Portico84, da Govinda, alla Cucina dei Frigoriferi Milanesi e da Dino in Ripamonti.

Roma, i locali che partecipano all’iniziativa sono Ombre Rosse, La Bocca di Roma, La Bottega Roma, Art Cibò Ristorante dai Pupi, Ristorante Ambasciata.

Usare la tecnologia, non esserne dipendenti

Per non utilizzare tutto il tempo la tecnologia, si può decidere di stare un giorno immersi nella natura: diversi studi dimostrano che una passeggiata nel verde aiuta ridurre la tensione, a regolare il sonno e a mantenersi in forma, per cui perché non farlo lasciando a casa lo smartphone e respirando l’aria pulita anche da messaggi e notifiche?

Se si è capaci, perché non tutti riescono, si potrebbe pensare alla meditazione, ma anche la lettura può rivelarsi un’attività interessante: leggere un buon libro, infatti, rilassa ma stimola la mente e migliora la concentrazione. Ancora prendersi un impegno per fare qualche attività più movimentata, come andare a un museo o a un evento.

Passeggiare nel verde è una valida alternativa all'uso della tecnologia
Passeggiare nel verde è una valida alternativa all’uso della tecnologia – Pexels @Vanessa Garcia – Cryptohack.it

La tecnologia ha straordinarie potenzialità ma quando si trasforma in abuso di internet e smartphone allora non può più fare bene.

Il tempo che oggi spende in media ogni persona connessa a internet è pari a 6 ore e 4 minuti, ma è ormai scientificamente dimostrato che questo ha conseguenze sulla salute, arrivando a vere patologie.

É bene specificare che in questo dato non rientrano solo i giovani, ma ci finisce anche la popolazione adulta dai 18 ai 65 anni. Internet aiuta e semplifica per molti versi, per questo è diventato davvero difficile farne a meno.

Ma così finiamo per trascorrere più ore davanti alla luce di uno schermo digitale che a guardare la luce del sole e questo inevitabilmente comporta conseguenze sulla salute.

Gli occhi si stancano a fissare costantemente la luce di uno schermo, l’innaturale postura può alla lunga procurarci torcicollo, mal di schiena e anche mal di testa.

Senza considerare il fatto che le fonti luminose artificiali inibiscono la produzione di melatonina, l’ormone che ci fa dormire bene: motivo per cui chi usa il telefono o guarda la tivù prima di andare a letto farà più fatica ad addormentarsi o avere un sonno di qualità.

Tutto questo non significa che non si debba più utilizzare Internet, ma basta imparare a utilizzare smartphone e computer in modo veramente “smart”, sfruttando le loro potenzialità senza che questo comprometta relazioni e salute. Dunque dimezzare le sei ore e quattro minuti che passiamo davanti a degli schermi non è impossibile.

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