Il sistema di pensiero “0” si posiziona accanto al sistema 1 (pensiero rapido e intuitivo) e al sistema 2 (pensiero lento e analitico), ma cos’è questo nuovo modello?
Dall’interazione tra intelligenza artificiale e umana potrebbe nascere una nuova forma di pensiero? Alcuni ricercatori hanno analizzato questa possibilità introducendo un nuovo concetto, quello di Sistema 0. Questo si affiancherebbe ai Sistemi 1 (pensiero veloce e automatico), e Sistema 2 (pensiero riflessivo), caratteristici dell’intelligenza umana. Il team di ricercatori guidato dal professor Giuseppe Riva ha pubblicato lo studio dal titolo The case for human-AI interaction as System 0 thinking sulla rivista Nature Human Behavior.
“La rapida integrazione degli strumenti di intelligenza artificiale nella nostra vita quotidiana sta rimodellando il nostro modo di pensare e prendere decisioni“, si legge nello studio. I ricercatori dichiarano: “Proponiamo che i sistemi di IA basati sui dati, trascendendo i singoli artefatti e interfacciandosi con un ecosistema dinamico e multiartefatto, costituiscano un sistema psicologico distinto. Chiamiamo questo “sistema 0″ e lo posizioniamo accanto al sistema 1 (pensiero rapido e intuitivo) e al sistema 2 (pensiero lento e analitico)”, ma cos’è questo nuovo modello?
Il Sistema 0 “rappresenta l’esternalizzazione di determinati compiti cognitivi all’IA, che può elaborare grandi quantità di dati ed eseguire calcoli complessi oltre le capacità umane. Emerge dall’interazione tra utenti e sistemi di IA, che crea un’interfaccia dinamica e personalizzata tra esseri umani e informazioni“, spiegano gli esperti.
Questo sistema sarebbe in grado di combinare la capacità dell’intelligenza artificiale con quella del pensiero umano, potenziandolo. Il nuovo modello assegna un significato alle informazioni che devono però poi essere interpretate e “metabolizzate” dagli esseri umani.
Nello studio viene sottolineato che “per sfruttare al meglio il potenziale del Sistema 0 è urgente sviluppare linee guida etiche e responsabili per il suo utilizzo. Trasparenza, responsabilità e alfabetizzazione digitale sono gli elementi chiave per permettere alle persone di interagire in modo critico con l’AI. Educare la popolazione su come navigare in questo nuovo ambiente cognitivo sarà fondamentale per evitare i rischi di un’eccessiva dipendenza da questi sistemi”.
Dal modello, che elabora rapidamente e in maniera precisa i dati complessi, le persone possono trarre numerosi vantaggi, tuttavia esistono anche potenziali rischi da prendere in considerazione: “In futuro il Sistema 0 potrebbe interferire con il pensiero umano”, sottolineano i professori Riva e Ubiali. “È essenziale che rimaniamo consapevoli e critici nel modo in cui la utilizziamo, il vero potenziale del Sistema 0 dipenderà dalla nostra capacità di guidarlo nella giusta direzione”, continua l’articolo. L’affidamento eccessivo a questo modello potrebbe significare perdita di autonomia. “Se accettiamo passivamente le soluzioni offerte dall’intelligenza artificiale – spiegano-, potremmo perdere la nostra capacità di pensare in modo autonomo e di sviluppare idee innovative. In un mondo sempre più automatizzato, è fondamentale che gli esseri umani continuino a mettere in discussione i risultati generati dall’intelligenza artificiale”.
“È essenziale che rimaniamo consapevoli e critici nel modo in cui lo usiamo; il vero potenziale del Sistema 0 dipenderà dalla nostra capacità di guidarlo nella giusta direzione. Educare il pubblico su come navigare in questo nuovo ambiente cognitivo sarà fondamentale per evitare i rischi di un’eccessiva dipendenza da questi sistemi”, conclude il team.
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