L’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom), in collaborazione con la Guardia di Finanza, sta per lanciare un nuovo sistema di sanzioni contro chi usufruisce di contenuti sportivi trasmessi illegalmente. Il progetto, conosciuto come Piracy Shield, ha l’obiettivo di individuare e punire coloro che utilizzano piattaforme illecite per guardare partite di calcio, come app illegali o link condivisi su Telegram.
Streaming illegale: partono le multe per chi usa il “pezzotto”
Negli ultimi mesi, un protocollo è stato siglato tra Agcom, la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica di Roma per rintracciare e sanzionare chi utilizza sistemi illegali come il pezzotto, una tecnologia che consente di accedere a contenuti protetti da copyright senza pagare le dovute licenze. I dati degli utenti che accedono a questi servizi saranno tracciati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, permettendo alle forze dell’ordine di rintracciare e punire i trasgressori.
In un’intervista rilasciata a Fanpage.it, Massimiliano Capitanio, commissario di Agcom, ha illustrato il funzionamento delle sanzioni, chiarendo che, sebbene ci sia un processo di rilevamento automatizzato, l’eventuale multa sarà decisa dalla Guardia di Finanza solo dopo la raccolta dei dati necessari. Il sistema, in sostanza, funziona in maniera simile agli autovelox, dove la segnalazione è automatica, ma la conferma della violazione spetta agli organi preposti.
Le multe possono scattare anche se un utente guarda inconsapevolmente una partita trasmessa illegalmente. Capitanio ha spiegato che non importa se si utilizza il pezzotto, un’app scaricata dagli store o un link su Telegram: se viene rilevato l’accesso a contenuti illegali, la multa verrà commisurata in base alla gravità dell’infrazione. Ad esempio, chi guarda una sola partita tramite un link potrebbe ricevere una sanzione di circa 150 euro, mentre chi acquista abbonamenti a servizi pirata rischia una multa fino a 5.000 euro.
Un altro obiettivo del sistema è quello di disabilitare le piattaforme che diffondono contenuti piratati. Le segnalazioni provengono dai detentori dei diritti, che devono fornire una prova formale della trasmissione illecita, conosciuta come copia forense. Una volta ricevuta la segnalazione, Agcom ha un massimo di 30 minuti per ordinare la disattivazione del sito o del servizio pirata.
Un aspetto importante sottolineato da Capitanio riguarda la protezione dei dati degli utenti che accedono a questi servizi illegali. Chi utilizza piattaforme di streaming illegale non solo rischia sanzioni economiche, ma si espone anche al rischio di furto di dati personali, poiché le loro informazioni sono spesso gestite da organizzazioni criminali che non esitano a rivendere tali dati sul mercato nero. Capitanio ha evidenziato che la manovra è pensata anche per proteggere gli utenti da questi pericoli, spesso sottovalutati.
Per quanto riguarda l’inizio dell’emissione delle sanzioni, Agcom e la Guardia di Finanza sono ancora nella fase finale di messa a punto dei protocolli. Capitanio ha affermato che il sistema sarà presto attivo e che le prime multe non tarderanno ad arrivare, con un’attenzione particolare sia agli utenti, sia a chi gestisce le piattaforme illegali. Per questi ultimi, le pene saranno ben più severe, poiché le autorità intendono colpire duramente chi si arricchisce tramite la pirateria.
Questo nuovo sistema di monitoraggio e sanzionamento è parte di un impegno più ampio per combattere la pirateria digitale, che ha un impatto significativo sui detentori di diritti, sulle emittenti televisive e sull’intero ecosistema legato ai contenuti audiovisivi. Il fenomeno della pirateria è particolarmente dannoso per l’industria sportiva, che investe miliardi di euro nella trasmissione di eventi, e vede parte delle proprie entrate erosa dalla diffusione illegale delle partite.
Il Piracy Shield è quindi un importante strumento di difesa, ideato per garantire la tutela dei diritti e per ridurre l’impatto economico della pirateria. Tuttavia, come sottolineato da Capitanio, è essenziale che il sistema funzioni non solo come deterrente, ma anche come mezzo per sensibilizzare il pubblico sui rischi legati all’utilizzo di contenuti illegali, sia in termini di sicurezza personale che legale.