Anche se da qualche giorno gli utenti possono accedere di nuovo all’applicazione, quest’ultima è assente negli store di Google e Apple
Tanta paura per nulla: è il modo migliore per sintetizzare quel che è successo negli Stati Uniti con TikTok negli scorsi giorni. Il 18 gennaio, quando è entrato in vigore il preannunciato bando della piattaforma, il social media è rimasto bloccato per 12 ore, spingendo molti utenti a scaricare VPN e applicazioni alternative (la cinese REDnote è stata una delle più gettonate). Dopo mezza giornata di panico, tutto è tornato alla normalità e ByteDance, casa madre di TikTok, ha annunciato il ripristino del servizio con un messaggio: “Grazie agli sforzi del presidente Trump, TikTok è tornato negli Stati Uniti! Ora puoi continuare a creare, condividere e scoprire tutte le cose che ami su TikTok”.
Le tempistiche hanno indotto vari critici a interpretare quanto avvenuto come una mossa politica del nuovo presidente degli Stati Uniti, il cui insediamento è avvenuto proprio il giorno successivo al “salvataggio” di TikTok. A prescindere da quanto possa essere avvenuto o meno dietro le quinte, quel che conta davvero per l’utente medio è la certezza di poter continuare a usare il social per guardare e postare video, che però è meno solida di quel che si potrebbe pensare. La rinnovata normalità durerà almeno 75 giorni (il tempo della pausa concessa da Trump alla legge che vieta l’app negli Usa), ma quel che succederà in seguito è ancora tutto da decidere.
ByteDance non sembra intenzionata a vendere, quindi Trump le ha proposto un’alternativa: cedere a un’azienda degli Stati Uniti il 50% delle quote di TikTok in cambio della non applicazione della legge. Come ricordato da Guo Jiakun, portavoce del ministero degli Esteri cinese, TikTok “gioca un ruolo nella promozione dell’occupazione e negli stimoli dei consumi negli Usa. L’auspicio è che la parte americana possa ascoltare con attenzione la voce della ragione e fornire apertura ed equità agli attori di mercato negli Stati Uniti”. Trump ha dichiarato che la Cina potrebbe rischiare l’imposizione di vari dazi se Pechino dovesse decidere di non approvare l’eventuale accordo firmato dagli Stati Uniti e da ByteDance.
Nel frattempo, negli Stati Uniti l’app continua a non essere presente né sul Play Store né sull’App Store, il che rende impossibile agli utenti installarla o aggiornarla.
Per chi l’aveva già scaricata in passato non ci sono problemi, ma tutti gli altri sono tagliati fuori e qualcuno ne sta approfittando per vendere a prezzi esorbitanti degli smartphone sui quali è presente TikTok. A frenare Google e Apple dal rimettere l’app sui rispettivi store potrebbero essere le attuali leggi statunitensi, che prevedono sanzioni fino a 5.000 dollari per ciascun utente che accede da TikTok tramite le piattaforme delle due aziende. È probabile che i colossi siano in attesa di chiarimenti sulla situazione e che non abbiano alcuna intenzione di rischiare una multa astronomica (dopotutto sul social media ci sono milioni di utenti statunitensi). Al momento anche le altre app sviluppate da ByteDance, tra cui Marvel Snap, sono assenti dagli store.
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