I database sui quali sono stati fatti gli interventi più massicci sono due: l’indice di Vulnerabilità Sociale (SVI) e l’indice di Giustizia Ambientale (EJI)
L’impatto dell’inizio del secondo mandato di Donald Trump si è fatto sentire anche sulle informazioni contenute sui siti governativi degli Usa. È normale che ogni cambio di amministrazione sia accompagnato da una revisione dei contenuti presenti su questi portali, ma a essere inusuale è la rapidità con la quale si è mosso il nuovo inquilino della Casa Bianca. A destare preoccupazione è anche la natura dei contenuti rimossi, relativi all’ambiente e alla salute pubblica. Secondo il sito The Verge, dietro a questa operazione ci sarebbe la volontà di eliminare ogni possibile riferimento al cambiamento climatico, all’equità razziale e all’identità di genere dai documenti e dalle piattaforme ufficiali.
La rimozione dei contenuti è stata segnalata sui social media a cominciare da venerdì 31 gennaio. Vari utenti hanno notato che il portale Data.CDC.gov era stato messo online, con un avviso che giustificava la decisione citando l’Ordine esecutivo 14168, intitolato Defending Women From Gender Ideology Extremism and Restoring Biological Truth to the Federal Government. Il portale è poi tornato online, anche se un avviso presente in cima alla homepage spiega che sono tutt’ora in corso delle modifiche per allineare i contenuti del sito agli ultimi ordini esecutivi firmati dal nuovo presidente degli Stati Uniti.
Nel corso del primo mandato di Trump fu rimosso circa il 20% delle informazioni ambientali presenti sul sito dell’Environmental Protection Agency (EPA). È possibile che stavolta i contenuti eliminati o modificati saranno ancora di più, soprattutto per quanto riguarda temi come l’identità di genere e l’inclusione.
I database sui quali sono stati fatti gli interventi più massicci sono due: l’indice di Vulnerabilità Sociale (SVI) e l’indice di Giustizia Ambientale (EJI). Il primo fu sviluppato nel 2007 nel corso dell’amministrazione di George W. Bush e integra dati demografici ed economici per capire quali potrebbero essere le comunità più a rischio in caso di disastri naturali o emergenze sanitarie. L’EJI, invece, è stato introdotto durante il mandato di Joe Biden e rappresenta uno strumento utile per monitorare l’impatto ambientale e sanitario sulle comunità più vulnerabili. L’ex Segretario alla Salute Xavier Becerra ne aveva parlato come di un passo avanti verso la lotta alle disuguaglianze.
Ora entrambi i database non sono più presenti sul sito del CDC e gli esperti temono che ciò possa implicare la volontà di fare dei passi indietro nella protezione delle popolazioni più fragili.
La nuova amministrazione Trump si è dimostrata particolarmente critica nei confronti delle politiche di diversità, equità e inclusione (DEI) promosse negli ultimi anni e ha già adottato delle misure per smantellarle. Inoltre sono stati anche presi dei provvedimenti per ridimensionare le regolamentazioni ambientali. Nello stesso ordine esecutivo che ha portato alle pesanti modifiche avvenute sul sito del CDC, Trump ha definito le politiche DEI un elemento che ha “corrotto le istituzioni governative” e ha accusato il movimento per il clima di aver “aggravato l’inflazione e ostacolato le imprese”. Anche su altri siti federali sono avvenuti dei cambiamenti. Per esempio, il portale del Dipartimento dei Trasporti ha rimosso le sezioni dedicate al cambiamento climatico e alla sostenibilità.
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