Da qualche anno siamo entrati, forse nemmeno troppo consapevolmente, nell’era degli short video, dei mini clip corti e incisivi da scrollare velocemente nei nostri smartphone. Dalle storie di Instagram – pioniere del fenomeno – a quelle di WhatsApp e Telegram, fino a piattaforme interamente dedicate ai video, come YouTube, che presenta una sezione dedicata.
Questa si chiama proprio “Shorts” ed è la parte di YouTube dove è possibile registrare, condividere e guardare tutti i video brevi – dalla durata massima di 60 secondi – che si vogliono.
Negli ultimi anni, la piattaforma ha ripetutamente sottolineato e dimostrato che i video di breve formato sono una grande priorità, dato il grande successo delle loro visualizzazioni. Tuttavia, un nuovo rapporto rivela che ci sono preoccupazioni interne sul fatto che i corti di YouTube cannibalizzino l’attività principale dei video in formato lungo.
Le preoccupazioni di Youtube
Come riportato dal Financial Times, in occasione di recenti riunioni strategiche, il personale senior di YouTube ha “discusso del rischio che i video di formato lungo, che producono maggiori entrate per l’azienda, si stiano ‘estinguendo’ “. I dati interni mostrano che i creatori “realizzano meno video di formato lungo, spinti dalla mancanza di interesse da parte dei consumatori“.
Questo cambiamento ha un impatto sulle entrate pubblicitarie, in quanto i video più lunghi consentono una maggiore quantità di pubblicità e un “più alto tasso di clic sulle pubblicità dei siti di e-commerce”.
Un video dalla durata maggiore di un minuto, inoltre, consente ad un brand un racconto più lungo e articolato, quindi una maggiore profondità, ma ciò che sta succedendo ora è che, come gli spettatori, anche gli inserzionisti cominciano a privilegiare i contenuti di breve durata quando commissionano l’inserimento di prodotti.
Un calo lungo tre trimestri e la risposta di Youtube
Tra l’altro, la notizia arriva poco dopo che YouTube ha registrato un calo delle entrate pubblicitarie negli ultimi tre trimestri dello scorso anno, anche se i guadagni più recenti stanno dimostrando un aumento.
Il sito ha iniziato a combattere gli ad blocker – quindi il blocco o filtraggio della pubblicità o la rimozione del contenuto pubblicitario – mentre YouTube Premium ha subito un aumento di prezzo negli Stati Uniti.
Sempre più strumenti per i creatori
Dal punto di vista dei prodotti, si assiste a un frequente lancio di nuove funzionalità per i cortometraggi di YouTube, soprattutto sul versante degli strumenti per i creatori, ma l’esperienza long-form non è stata necessariamente trascurata del tutto.
Allo stesso modo, l’azienda sta avanzando e diversificando su altri fronti come gli abbonamenti (NFL Sunday Ticket di YouTube TV) e i podcast, che sono sicuramente più lunghi della media dei video più cliccati o, per meglio dire, “scrollati”, ma possono essere riprodotti in background e richiedono meno attenzione.
Youtube si sta semplicemente adattando
In definitiva, la preferenza dei consumatori per i video di breve durata è chiara, e persino YouTube Music è entrato in azione con lo strumento Samples, dichiarato sulla stessa piattaforma come “un flusso continuo di segmenti video di breve durata per farti scoprire la tua nuova musica preferita”. Forse è proprio grazie a queste nuove funzionalità che il colosso dei videoclip sta rialzando piano piano i guadagni messi a rischio negli scorsi mesi.
Quindi YouTube non ha avuto scelta per stare al passo con i competitor: o abbracciava questo formato, o perdeva a vantaggio di TikTok e Instagram Reels. Solo ora, però, in azienda si stanno rendendo conto dell’impatto a lungo termine dell’avvicinamento agli Shorts, e molto probabilmente la situazione e le novità comportamentali degli utenti verranno rivalutate a breve.